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Poteri ai municipi: Roma guarda all'Europa: "Bruceremo le tappe della riforma amministrativa"

Campidoglio e municipio IX a confronto con Roma Tre, Parigi e Barcellona sul tema del decentramento

La chiamano la città dei 15 minuti. Ed è il modello cui l’amministrazione Gualtieri vuole organizzare l’offerta di servizi della Capitale. Una questione che chiama in causa il tema del decentramento amministrativo: le risorse ed i poteri de destinare ai 15 municipi romani.

Sulla questione, nella giornata del 15 giugno, si è tenuto in incontro organizzato dall’assessorato al decentramento e dal municipio IX. L’appuntamento, svoltosi nell’archivio centrale dello Stato, ha permesso alla Capitale di confrontarsi con i rappresentanti istituzionali e le best practice di Milano, Parigi, Barcellona e Londra. All’iniziativa ha preso parte anche il mondo accademico, grazie alla presenza del nuovo rettore di Roma Tre.

“Ricorrendo sistematicamente anche allo scambio a livello nazionale e continentale, Roma intende bruciare le tappe per realizzare la riforma amministrativa e valorizzare i 15 Municipi come organi di governo locale” ha promesso l’assessore capitolino Andrea Catarci. Impostando un lavoro che si avvale del contributo dei minisindaci, il Campidoglio ha gettato le basi per riscrivere il regolamento sul decentramento. Perché le regole già ci sono, ma sono vecchie di 23 anni.

“La riforma amministrativa è partita con vigore prima sconosciuto anche perché è stata inserita in un orizzonte chiaro, quello della città dei 15 minuti, la nostra prospettiva per Roma: contrastare le abissali disuguaglianze sociali e territoriali dotando la Capitale  di servizi di prossimità e di reti di attori sociali e istituzionali” ha commentato l’assessore Catarci. 

L’incontro all’Eur si è rivelato quindi un’occasione utile per confrontarsi su quanto sta avvenendo nelle altre capitali. Un appuntamento che la minisindaca Titti Di Salvo ha definito “importante” perché ha consentito di affrontare “un tema che sembra teorico ma è in realtà molto concreto, e cioè quali poteri e risorse devono essere spostate nei municipi della Capitale, perché Roma possa guardare con serenità al proprio futuro”. Un futuro da scrivere guardando cosa succede nel resto d’Europa ma anche ascoltando il mondo accademico.

Il decentramento, “per l’università rappresenta il tema della terza missione e – ha spiegato il neo rettore di Roma Tre Massimiliano Fiorucci – riguarda le ricadute della ricerca e della didattica sulla società, per costruire anche modelli di qualità della vita sostenibili e migliori. IN questo coso il ruolo dell’università può avere delle ricadute sulla vita dei cittadini”.
 

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