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Economia

Mercato del lavoro precario: la conferma dai dati dell'Osservatorio della provincia

I dati dell'Osservatorio relativi al I° semestre 2010, confermano che il mercato del lavoro della Provincia di Roma è sempre più precario. A rischio: donne, migranti e giovani


Questa mattina, all'interno del convegno "Da migranti a cittadini" organizzato dalla facoltà di Scienze della Formazione Roma Tre e al quale ha partecipato anche l'assessore provinciale al lavoro, Massimiliano Smeriglio, sono stati presentati i dati  del I° semestre 2010, raccolti dall'Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Roma.

Quello della Provincia di Roma è un mercato del lavoro sempre più precario. I numeri hanno analizzato tutti gli avviamenti, le proroghe , le cessazioni di rapporti di lavoro e le nuove iscrizioni registrate dai Centri per l' Impiego della Provincia. "I dati ci parlano di un mercato del lavoro in forte crisi, soprattutto per i soggetti più deboli: donne, migranti e giovani - ha sottolineato Smeriglio - la diffusa precarizzazione e la perdita di valore del lavoro deve essere un campanello d' allarme per noi che abbiamo il dovere di costruire politiche pubbliche efficaci".

I DATI - Nei centri per l' impiego, nel periodo preso in esame, le nuove iscrizioni hanno raggiunto quota: 93.514 (50,57% la presenza femminile), a presentare le domande sono stati per lo più persone tra i 30 e i 34 anni. Del totale il 34,26% possiede la licenza media inferiore e il 28,06% quelle di media superiore, confermando il trend al ribasso d' istruzione degli iscritti. Gli avviamenti totali e le proroghe dei contratti a termine sono stati 423.381 per 193.449 lavoratori, dato che - secondo l'Osservatorio - confermerebbe "la tendenza alla precarizzazione di nuovi rapporti di lavoro", un solo lavoratore infatti ha in media piú di due contratti all' anno infatti l' 83,5% degli avviamenti è a termine. Il settore dell' istruzione è quello dove si registra la maggior flessibilità. Le cessazioni anticipate, che oltre il 50% colpiscono i tempi indeterminati, si abbattono in larga parte sulla fascia d' età compresa tra 25 e 29 anni, in particolare nel settore edile.

Questi dati sottolineano come anche il lavoro a tempo indeterminato sia da non considerarsi più stabile rispetto ai contratti a termine. Infatti - secondo l'Osservatorio - ormai l'indice di rischio per la perdita di lavoro è quasi equiparabile. Altro dato negativo riguarda l' istruzione e la formazione professionale. Entrambe infatti non rappresentano più una garanzia di stabilità occupazionale. A questi dati negativi l' Osservatorio aggiunge l' indice di disoccupazione giovanile che nel Lazio che supera il 30%.

"Per contrastare questa situazione abbiamo costruito un modello per l' inclusione sociale dedicata a donne, migranti, giovani e persone espulse dal mercato del lavoro - ha continuato Smeriglio - questo modello è messo oggi a dura prova dall' azzeramento delle risorse regionali".
 

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