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Domenica, 28 Aprile 2024
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Quarantuno anni fa l'attentato alla Sinagoga di Roma: la Capitale non dimentica

Il 9 ottobre 1982 un gruppo di terroristi attaccò i fedeli del Tempio Maggiore che causarono 37 feriti e la morte del bambino di 2 anni Stefano Gaj Tachè

Sono passati quarantuno anni dal 9 ottobre 1982 quando un gruppo di cinque terroristi palestinesi assaltarono la Sinagoga di Roma nel Ghetto Ebraico durante diverse celebrazioni. L’attentato portò alla morte il piccolo Stefano Gaj Tachè di due anni e 37 persone rimasero ferite. Oggi quella giornata è stata resta più viva per mai visto l’attacco di Hamas ad Israele che ha portato alla morte di quasi 500 persone. 

Il 9 ottobre 1982

Il 9 ottobre 1982 il Ghetto ebraico era in festa. Al Tempio Maggiore si festeggiavano lo Shabbat, lo lo Shemini ‘Atzeret, la fine dello Sukkot (pellegrinaggio di 7 giorni) e i bar mitzwah. Poco prima delle 12:00, alle 11:55 un gruppo di cinque uomini iniziò a lanciare bombe a mano e sparare raffiche di proiettili con i mitra verso la folla. Gli spari e le bombe ferirono 37 persone e uccisero Stefano Gaj Tachè. I terroristi facevano parte del gruppo Al Fatah di Abu Nidal, e di loro fu identificato soltanto Osama Abdel Al Zomar che dopo aver passato degli anni in carcere all’esterò per traffico di armi riuscì a strappare in Libia e sparire. 

L’attacco di Hamas 

Lo scorso weekend, sabato 7 ottobre, Hamas ha sferrato un attacco in Israele uccidendo 493 palestinesi e ferendone 2.571 nella Striscia di Gaza. Il movimento islamico palestinese Hamas ha preso in ostaggio oltre 100 israeliani mentre la Jihad islamica ha detto di averne rapiti una trentina. Numeri in continuo aumento a testimonianza della situazione drammatica che si sta vivendo in queste ore in Israele. 

Le istituzioni

Durante le commemorazioni per l'attentato al Ghetto il Sindaco Gualtieri ha speso anche parole per le vittime dell'attacco in Israele, che rende ancora più attuale i tragici momenti di 41 anni fa. “Oggi abbiamo ricordato il piccolo Stefano Gaj e tutti i feriti di quell'attentato che colpì tantissimo la città, perché fu particolarmente efferato. Un episodio terribile che abbiamo il dovere di ricordare costantemente, una ricorrenza che oggi cade in un momento particolarmente drammatico e triste con la mente e il cuore che non possono non andare a tutte le vittime del terribile attacco perpetrato da Hamas e ai tanti ostaggi. Oggi voglio pensare a loro e chiedere che siano liberati e restituiti ai loro affetti e famiglie" - sono state le parole del Primo Cittadino. Una vicinanza al popolo d'Israele da parte di Roma che ha visto illuminare il Campidoglio con i colori della bandiera dello Stato ebraico

Insieme al sindaco a ricordare la tragedia del 9 ottobre 1982 deponendo delle corone di fiori nel quartiere ebraico di Roma ai piedi del Tempo Maggiore erano presenti il Ministro dell’Interno Piantedosi, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, l'ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar. Non manca nemmeno il messaggio del Presidente di Regione, Francesco Rocca che sottolinea la rinnovanza vicinanza alla comunità ebraica di Roma, per “affermare valori di pace e tolleranza".

Vicina alla comunità ebraica romana anche il sistema ACLI. Lidia Borzì presidente dell’Acli di Roma e provincia dichiara: “Il nome di Stefano Gaj Taché  riecheggerà e sarà omaggiato come si conviene alla più innocente delle vittime della follia terrorista. Con lui vogliamo ricordare quanti sono stati barbaramente assassinati in questi giorni terribili per la storia di tutta l’umanità”.

 

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