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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Finocchio / Via Rocca di Neto

Le case nel piano di zona acquisite dal Comune vendute all'asta. E gli inquilini finiscono sotto sfratto

Incredibile esito di una procedura giudiziaria che coinvolge 40 alloggi in edilizia agevolata a Borghesiana-Pantano. Perticaro (Asia-Usb): "Perché non sono stati sanzionati i costruttori per le inadempienze?". Furia del Pd: "E' un patatrac, come mai si arriva a certi disastri nonostante le leggi?"

Ancora una beffa per gli abitanti di un piano di zona a Roma. Stavolta in quello di Borghesiana-Pantano, quadrante sud-est della Capitale, non lontano da Rocca Cencia. Negli ultimi mesi l'istituto di vendita giudiziaria ha ceduto all'asta la metà degli alloggi costruiti in edilizia agevolata a via Rocca Terinese, 20 su circa 40 esistenti, per ripagare Banca Intesa del mutuo non percepito dopo il debito maturato dalla cooperativa costruttrice, Lega San Paolo Auto Arl. C'è un particolare, però: quegli immobili sono stati immessi nel patrimonio di Roma Capitale, dopo il ritiro del contributo finanziario da parte della Regione Lazio e la decadenza della convenzione da parte del Campidoglio. Quindi i rogiti non si sarebbero dovuti ultimare senza il coinvolgimento del Comune. E così c'è chi è prossimo allo sfratto, nonostante il rispetto della locazione. 

La coop ha i debiti, case all'asta

La storia è emersa durante una commissione patrimonio convocata appositamente. Presenti, oltre a una rappresentanza degli inquilini, anche l'avvocato di Asia-Usb Vincenzo Perticaro e il direttore del dipartimento valorizzazione del patrimonio, Tommaso Antonucci. Ecco cosa è successo: ormai una decina di anni fa diverse famiglie hanno versato una somma, all'interno della società cooperativa Lega San Paolo Auto Arl, per poter accedere al bando "20.000 affitti" della Regione Lazio. Seimila euro, più due mensilità, come raccontava RomaToday già nel 2019, per firmare un contratto di locazione da 700 euro al mese per tagli da circa 70 mq. Ma alla banca che ha concesso il mutuo per la realizzazione degli immobili, la coop deve dare ancora 700mila euro e così finisce tutto pignorato. A distanza di quattro anni, la bomba sociale è esplosa: le aste, che inizialmente riguardavano sia il comparto E/P di via Nocera Terinese, sia quello B/P di via Rocca di Neto, sono entrate nel vivo. 

Gli alloggi erano stati acquisiti da Roma Capitale

I due procedimenti giudiziari, però, hanno avuto esiti differenti. Come ricorda l'avvocato Perticaro, intervenuto in commissione, in un caso il giudice esecutore ha accolto le istanze degli inquilini e bloccato l'asta. Per oltre 30 immobili in via Rocca di Neto la procedura è stata estinta e le famiglie sono salve. Non è andata così per via Nocera Ticinese, 40 alloggi. La metà sono stati venduti all'asta, le famiglie se ne devono andare a giorni. "Ma come è potuto accadere, se erano stati tutti immessi al patrimonio capitolino?" si chiede il presidente della commissione, Yuri Trombetti. E se lo chiede lo stesso Perticaro: "Io e i miei clienti abbiamo rischiato la condanna - sottolinea - perché ci siamo costituiti in giudizio pur non avendo titolo. Però abbiamo vinto, perché abbiamo portato delle ragioni ferree. L'acquisizione al patrimonio comunale è una di queste, come anche il fatto che su immobili di edilizia residenziale pubblica siano stati sottoscritti mutui fondiari e non agevolati, andando contro la legge". 

La trattativa tra dipartimento e banca

Il direttore Antonucci ha riferito di possibili soluzioni al problema: "Abbiamo incontrato più volte Banca Intesa - fa sapere in commissione - che ci ha proposto un accordo. Una delle possibili strade è che si arrivi a una transazione tra noi e loro, ma senza la firma del commissario liquidatore, nominato dal ministero per lo Sviluppo Economico, non si può fare nulla. E ancora non c'è. E' una figura fondamentale perché deve gestire i compendi della ex ditta concessionaria. L'Avvocatura capitolina non ha espresso il suo parere e in due distinte riunioni si è detta fortemente preoccupata, qualora si fosse chiuso un accordo privo di firma del liquidatore, per possibili conseguenze economiche". Antonucci, inoltre, riferisce che "non siamo riusciti a bloccare la messa all'asta degli immobili perché il giudice dell'esecuzione si è determinata a procedere, rifiutandoci addirittura la legittimità di bloccare le vendite. Ci è stato detto di essere passibili di denuncia". Insomma, da una parte un giudice che accoglie le istanze di una parte che si costituisce, pur senza titolo. Dall'altra un giudice che addirittura diffida l'Avvocatura capitolina, dando il definitivo nulla osta alla messa in vendita. Ma il comportamento dell'Avvocatura non convince nessuno, soprattutto il dem Trombetti e l'avvocato Perticaro.

Trombetti (Pd): "Dobbiamo occuparci di chi paga, l'Avvocatura dov'è?"

"Su questo siamo arrivati al patatrac, è inaccettabile - ha tuonato Trombetti - perché nei piani di zona si arriva a questa situazione nonostante esistano anche leggi nazionali che dovrebbero impedirlo? Dobbiamo trovare soluzioni praticabili. Ma non possiamo alzare le spalle e dire che è successo e basta. C’è di mezzo la vita delle persone, che hanno ancora più diritti di chi occupa le case. Persone che vivono regolarmente e pagano e hanno pagato e soprattutto dovremmo occuparci di chi sta in regola e va sul lastrico. Non è responsabilità del dipartimento, che ha lavorato per trovare una soluzione. Io vorrei avere qui l'Avvocatura, che non partecipa mai alle commissioni. La prossima volta gliela convoco da loro".

Perticaro (Asia-Usb): "Il Comune non ha fatto tutto ciò che doveva, c'è danno erariale"

Perticaro punta il dito contro la banca, ma anche contro la stessa Avvocatura capitolina: "Innanzitutto l'istituto di credito non avrebbe dovuto chiedere ipoteche fondiarie, quindi in violazione di legge perché riferite a valori superiori al prezzo massimo di cessione - spiega a RomaToday - e in più i legali del Campidoglio avrebbero dovuto subito contestare questa violazione. C'è dell'altro: perché non hanno chiesto che venissero applicate le sanzioni previste, nei confronti dei costruttori, dopo la revoca della convenzione? Loro mi hanno detto che è considerata la sanzione massima, ma non è così. Se chi costruisce non rispetta una serie di obblighi previsti dalla convenzione, oltre alla revoca ci sono le sanzioni: si configura un danno erariale. Concludo ribadendo quanto chiesto in commissione, cioè che chi oggi sta per restare senza casa, perché venduta all'asta a causa di un mancato controllo da parte delle istituzioni responsabili, Regione e Comune, venga ricollocato altrove. Per esempio negli alloggi, dello stesso piano di zona Borghesiana-Pantano, sgomberati dal Comune dopo occupazioni abusive che si sono verificate negli ultimi anni in seguito ad abbandoni da parte di inquilini stufi di pagare affitti più alti del dovuto". Affitti da 700/800 euro per vivere in un quartiere quasi privo di servizi, per giunta. 

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