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Sabato, 27 Aprile 2024
Attualità Selva Candida / Via Federico Filippini, 52

Occupano abusivamente case già assegnate ad altri. Ecco le regole interne: "Non spacciate o arriva la polizia”

A via Federico Filippini una decina di famiglie vive in una palazzina costruita con fondi pubblici, con appartamenti precedentemente assegnati e in parte già pagati prima della revoca della concessione da parte di Regione e Comune

Dieci o undici appartamenti occupati da famiglie in emergenza abitativa, ma già assegnate a chi ha pagato per averli e aspetta che il Comune acquisisca ufficialmente il possesso per vedersi riconosciuto un diritto. E' quanto accade a via Federico Filippini, una traversa di via della Storta, a Roma ovest. 

La beffa del piano di zona occupato dagli abusivi

Quello che succede nel piano di zona Colle Fiorito, tra Selva Nera e Boccea, ha dell'incredibile. Da dieci anni ci sono famiglie, che hanno pagato fino a 100mila euro, che non possono diventare proprietarie legittime delle loro case. Prima è subentrata la revoca della convenzione da parte di Regione Lazio e Comune, firmata da entrambi gli enti nel 2019, poi le cause civili e penali intentate dai costruttori a danno degli assegnatari, che per paura delle occupazioni abusive sono entrati negli appartamenti pagati con tanti sacrifici. Infine, le occupazioni abusive vere e proprie, verificatesi gradualmente negli anni, soprattutto dal 2015 in poi. 

Case in affitto vendute sopra il prezzo massimo di cessione

Il piano di zona, approvato nel 2003, è stato in parte costruito dalla I.C.V. srl, sovvenzionata da fondi regionali. Avrebbero dovuto riservare gli immobili all'affitto, come da bando regionale, a canoni calmierati. Invece la società ha ceduto i diritti edilizi a due cooperative, la Sera Prima e la Sera Seconda, che hanno promesso gli appartamenti in vendita. A prezzi superiori rispetto al vincolo massimo di cessione, previsto per legge dalle convenzioni che regolano gli interventi urbanistici nell'ambito dei PEEP, i piani di edilizia economica popolare. C'è chi ha sborsato tra i 90 e i 100mila euro, ma non è mai diventato proprietario. 

L'arrivo degli occupanti 

Nel frattempo, mentre la questione si spostava tra le aule dei tribunali e gli uffici del dipartimento patrimonio di Roma Capitale, a via Filippini si consumava e si consuma tutt'ora un dramma sociale, una guerra tra poveri che vede da una parte famiglie del ceto medio, indebitate per l'acquisto della prima casa e dall'altra nuclei che una casa non ce l'hanno, sono magari in attesa anche di una casa popolare. Queste ultime vivono sotto l'organizzazione del Coordinamento di Lotta per la Casa di Roma. Che pone delle regole di comportamento molto precise a chi si impossessa di un alloggio. 

"Non spacciate o arriva la Polizia"

Il "decalogo" è esposto sul portone di ingresso della palazzina al civico 52 di via Filippini. Nero su bianco, ogni occupante può leggere cosa si può fare e cosa no nella palazzina costruita con fondi pubblici e le cui case sono in via di acquisizione al patrimonio da parte del Campidoglio, con legittimi assegnarari. Salta agli occhi, anche perché scritta in neretto e capslock, la raccomandazione a "non spacciare, non rubare, non commettere atti vandalici nel palazzo o commettere qualsiasi attività illegale che possa attirare l'attenzione delle forze dell'ordine". Bisogna comportarsi bene, altrimenti Polizia di Stato o Carabinieri potrebbero presentarsi, chiedere documenti, accendere un faro su un'occupazione che dura da anni e nella quale, per esempio, fanno difficoltà a presentarsi anche gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale. 

Allontanamento o multe per chi "sgarra"

Ma c'è di più. Vietato fare feste negli alloggi o negli spazi comuni, ricordarsi di rispettare i turni di pulizia e gli orari di riposo: "Per lavori in casa - scrive la mano ignota - bisogna sfruttare le fasce orarie tra le 7.30 e le 13 e tra le 15 e le 20". Per interventi più corposi, bisogna discuterne in seno al comitato di occupazione. Comitato che ha potere sanzionatorio nei confronti di chi "sgarra". Chi si comporta male e viene giudicato colpevole, può essere anche allontanato dal palazzo. Oppure essere "condannato" a lavori socialmente utili, multe o altre sanzioni non meglio specificate. Occhio anche a come ci si comporta in casa: "Negli alloggi si è liberi", si premette. Ma la violenza domestica "non è permessa e può creare problemi". 

Infine, il senso d'appartenenza. Per ogni comitato di occupazione è fondamentale che gli occupanti partecipino in massa a picchetti, cortei e sit-in. Se si marca visita "bisogna avere gravi motivazioni". 

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