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Attualità Selva Candida / Via Federico Filippini, 287

Piani di zona, il danno diventa una beffa: gli appartamenti non consegnati bersaglio di occupazioni abusive

Nel piano di zona a Roma Nord, sabato 19 novembre una donna si è introdotta in un appartamento vuoto ma già acquistato. Il quartiere, incompleto, ha visto revocata la concessione per 5 palazzine

Non finiscono mai i motivi di preoccupazione per gli abitanti del piano di zona Colle Fiorito, il B 48, tra Selva Nera e La Storta nel quadrante nord della Capitale. Oltre al danno, per decine di famiglie, di non aver ricevuto ancora la piena titolarità degli appartamenti per i quali hanno sborsato fino a 100.000 euro, anche la beffa di vederseli occupare. Sabato 19 novembre, infatti, i residenti del quartiere nato quindici anni fa, hanno denunciato un'occupazione abusiva a scopo abitativo andata a buon fine in un appartamento al piano terra di via Federico Filippini 287. E altri tentativi sono stati sventati successivamente.

Palazzine vuote, altre occupate: il limbo di Colle Fiorito

La situazione di Colle Fiorito è ancora quella di un quartiere a metà, con opere di urbanizzazione non completate e palazzine finite ma disabitate. Quelle abitate, in buona parte sono in uno stato giuridico rischioso per gli inquilini, considerati degli occupanti. E c'è un'intera palazzina occupata abusivamente, una di quelle per cui la concessione è stata revocata sia dal Comune sia dalla Regione e quindi sono state reimmesse nel patrimonio immobiliare pubblico. La questione ha radici lontane: la I.C.V. srl, una delle imprese che ha costruito il piano di zona, ha ricevuto fondi regionali - come sempre quando si tratta di edilizia agevolata, dovendo rispettare degli obblighi. Uno di questi era il riservare gli immobili all'affitto. Invece ha passato i diritti edilizi a due cooperative, che hanno a loro volta dato in vendita le case, con famiglie che hanno sborsato fino a 100.000 euro ciascuna. La compravendita, però, non è mai stata portata a termine e le case non sono mai state assegnate. 

Colle Fiorito, uno dei tanti piani di zona dove non hanno rispettato il prezzo massimo di cessione

Il piano di zona Colle Fiorito, adottato dall'amministrazione comunale nel 2003, è quindi tra quelli che hanno creato più problemi agli assegnatari delle case, generando decine di cause civili e penali che hanno coinvolto anche il Campidoglio in tempi recenti. Realizzato per dare una casa a chi non era abbastanza povero da vedersi assegnato un alloggio popolare, ma nemmeno in grado di acquistarla sul mercato, è finito nell'occhio del ciclone quando alcune delle imprese, che hanno realizzato gli edifici, hanno venduto gli appartamenti oltre i prezzi massimi di cessione stabiliti per legge all'interno dei piani di zona, inoltre - come detto - destinando alla compravendita immobili riservati all'affitto, anch'esso calmierato. E c''è un problema in più: le cooperative che sono riuscite ad acquisire le palazzine finite, negli anni si sono ritrovate con pochi soci, come nel caso della Pomponia, quindi con meno risorse economiche e con maggiori difficoltà anche nel trovare nuovi soci: "Colle Fiorito è sempre meno appetibile" spiegano. 

Piano di zona Colle Fiorito, dal sogno di una casa allo sfratto: il Comune revoca la convenzione

La paura degli assegnatari: "Vogliono occupare le case"

In questo inferno, fatto di cause in tribunale e rischi di sfratto, è finita anche Martina Pardo, presidente dell'associazione Giusta Casa, socia di una delle cooperative proprietarie e assegnataria di un appartamento, per il quale ha sborsato oltre 90.000 euro già nel 2010: "Già a maggio 2013 abbiamo dormito nei giardini per evitare le occupazioni - ricorda a RomaToday - adesso c'è di nuovo paura che vengano ad occupare abitazioni che sono vuote, ma hanno dei proprietari". Martina la sua casa la vive, dal 2015: "Decisi di entrare perché la trovammo aperta, avevano rotto un vetro - racconta - e così da quel momento è iniziata tutta la storia: il costruttore mi ha denunciata, ho affrontato una causa penale, altre cause civili e alla fine ho vinto. Per fortuna nel 2019 prima il Comune e poi la Regione hanno revocato la concessione su 5 palazzine realizzate da 3 cooperative e un'impresa, quindi queste vengono riassegnate agli aventi diritto, ma ancora non è finito questo iter quindi formalmente con mio marito siamo ancora occupanti senza titolo". "Dopo l'occupazione di sabato - conclude Martina - hanno provato a farne un'altra, ma siamo stati avvertiti e abbiamo allertato le forze dell'ordine, che sono arrivate e hanno trovato l'alloggio aperto, vuoto e parzialmente ripulito, come se lo avessero preparato per entrarci". 

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