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Attualità San Basilio / Via Alberto Enrico Folchi

L'autista dell'autobus non apre la pedana alla ragazza in carrozzina: "Non sono tenuto a farlo". Ma l'Atac lo smentisce

La disavventura, praticamente quotidiana, di Cristina Coda, disabile di San Basilio costretta a combattere per i suoi diritti

Una situazione che si ripete spesso, troppo per un Paese civile. Arriva l’autobus e l’autista non abbassa la pedana meccanica dedicata ai disabili. È quanto è accaduto a Cristina Coda, ragazza in carrozzina di 34 anni che vive a San Basilio, su via Alberto Enrico Folchi, insieme alla sua famiglia. Cristina, tempo fa, aveva fatto “scalpore” quando aveva avviato una raccolta firme per chiedere che venisse sistemata e messa in sicurezza la strada che utilizza per andare a prendere, ogni giorno, l’autobus. Hanno risposto all’appello in 24 mila ed ora la strada è stata aggiustata. I problemi, però, non sono finiti.

“Voglio andare in giro dove voglio ma spesso è molto complesso” racconta Cristina a RomaToday. Un appello, il suo, che non sia solo una protesta ma “un aiuto per altre persone che sono nella mia stessa condizione”. Insieme alla sua assistente o anche da sola, Cristina si trova spesso a dover avere a che fare con autobus che hanno la pedana rotta, non hanno la maniglia oppure presentano lo spazio dedicato alle persone in carrozzina o ai passeggini occupato da altri utenti. Capita, inoltre, che Cristina si imbatta in autisti che non hanno nessuna intenzione di fare, fino in fondo, il loro lavoro.

L’autista non apre la pedana

La 34enne racconta, infatti, che giovedì 26 ottobre, alle 16:28, voleva prendere l’autobus 424 della linea 2500 da piazza Bozzi a via Fabriano. Al momento di salire a bordo, l’assistente che accompagnava Cristina ha chiesto al conducente del mezzo di abbassare la pedana meccanica. “L’autista ha risposto che non lo avrebbe fatto perché non è suo compito e la legge non lo prevede” dice Cristina che, alla fine, è stata aiutata da un signore “che mi conosce e mi vede spesso”. Le cose, per fortuna, sono cambiate al momento della discesa. “Ho chiesto nuovamente all’autista di aprire la pedana per la discesa. Alla fine è sceso ed ha fatto quello che gli ho chiesto, ribadendo, però, che non era tenuto a farlo”.

Per fortuna, spiega Cristina, “ho sempre trovato persone pronte ad aiutare se non scende l’autista però questa cosa non è giusta. Legge o non legge – sottolinea - si dovrebbe fare proprio per umanità e, soprattutto, perché vieni pagato per svolgere un certo lavoro. Tra l’altro – conclude – ci vuole veramente un attimo a completare quell’operazione”.

Comportamento inaccettabile

La storia è stata riferita ad Atac che, a RomaToday, ha fatto chiarezza sull'accaduto. “Esiste una procedura aziendale – dicono dall’Atac – che prevede la messa in sicurezza del mezzo per poi abbassare la pedana per la salita e la discesa”. Il caso, come risulta a RomaToday, è stato segnalato ai servizi aziendali preposti. Quindi, anche a futura memoria visto che, come racconta Cristina, non è la prima volta che le accade una cosa del genere, gli autisti Atac sono tenuti ad aprire e richiudere le pedane meccaniche per la salita e la discesa di utenti in carrozzina.

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