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Venerdì, 24 Marzo 2023
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Don Bosco, Presa Diretta ripercorre il dramma dei rifiuti nel Mun X

La nota trasmissione del palinsesto Rai, diretta da Riccardo Iacona, ha dedicato una puntata al tema dei rifiuti, passando anche per le vie ed i problemi del quartiere Don Bosco. Medici: "Basta a ragionare soltanto in termini economici"

Degrado, inefficienza e rifiuti sono tre parole che i residenti del quartiere Don Bosco, e non solo, conoscono ormai molto bene. Parole che sono state ripetute, condannate, a volte anche edulcorate, talmente tante volte da dare vita ad una specie di stallo, dove a pagarne le vere conseguenze sono purtroppo i cittadini. Questa dinamica riguarda non solo il Municipio X ma, in una delle zone più demograficamente dense del mondo come Don Bosco, questo rischia di trasformarsi da stallo in inferno.

Presa Diretta, la trasmissione di Rai3 condotta da Riccardo Iacona, ha trasmesso ieri sera una puntata incentrata proprio su queste difficoltà, evidenziando come un problema possa anche trasformarsi in un vantaggio. Come, ad esempio, accade a San Francisco. Una città dela California dove i rifiuti non solo vengono differenziati al 78%, ma sono addirittura diventati una risorsa.

Nel servizio di ieri, il giornalista Alessandro Macina è andato ad indagare le cause di questo tracollo della differenziata. “Noi non siamo contro la differenziata, qui c’è una discarica a cielo aperto. Per questo sono stati riposizionati i cassonetti dell’indifferenziata” ha affermato Amleto Lanna, presidente dell’Associazione Vie e Piazze Storiche di Cinecittà, ai microfoni di Macina.

Anche Sandro Medici, presidente del Municipio X, ha commentato: “Sono tornati i vecchi cassonetti della raccolta differenziata. Sono tanti, circa 120. Ma il fatto che siano tornati, questi cassonetti dell’indifferenziata è una testimonianza di un semifallimento – ammette anche il presidente Medici - I rifiuti che vanno nei cassonetti dell’indifferenziata, infatti, vanno in discarica e sappiamo tutti qual è la condizione delle discariche”.

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Ma questo ‘semifallimento’ sarebbe stato evitato, sempre secondo Medici, se si fosse intrapresa sin dall’inizio una strada diversa: “Nel progetto originario, quello almeno che vedemmo noi, era un progetto di raccolta differenziata porta a porta. L’Ama – che ha invece proposto un piano differente, quello del misto duale – ci ha detto che per motivi economici era stato inserito il sistema del misto duale. L’ama ha detto che con il misto duale si spende meno, però c’è una resa sicuramente inferiore rispetto al porta a porta. Però se si continua a ragionare soltanto in termini economici noi il problema dei rifiuti, a Roma, non lo risolveremo cosi”.

Riguardo alla gestione ‘redditizia’ dei rifiuti che è stata adottata negli altri paesi, come appunto nella California, Medici ha infine commentato: “Possibile che tutto il mondo utilizza i rifiuti come affare, il riciclaggio sta diventando uno dei modelli di sviluppo più interessanti e più innovativi, e poi quando lo dobbiamo fare noi quando lo deve fare il pubblico, ci stanno mille problemi. Questo è veramente insopportabile”.

In sostanza questa puntata ha raccolto molti consensi, in quanto ha evidenziato un problema della Capitale che coinvolge molti dei suoi cittadini. E’ un dovere giornalistico, però, evidenziare delle inesattezze che chi, come Roma Today ed il blog Fortezza Bastiani segue la vicenda costantemente, non ha potuto non notare. Nel servizio, infatti, la struttura dei palazzi anni ’50 che si trovano nel quartiere Don Bosco viene presentata come compatibile con il sistema di differenziata porta a porta, per via dei grandi atri posti al piano terra. Ciò non è esatto perché, proprio per la struttura di questi palazzoni, sarebbe improponibile, per chi ad esempio abita al piano terra, ritrovarsi i bidoncini dei centinaia di condomini che popolano ogni singola palazzina praticamente dentro casa.

Sono inoltre contestabili un altro paio di dati, espressi dal presidente Sandro Medici nel corso del suo intervento: i ‘vecchi’ cassonetti dell’indifferenziata posizionati sarebbero infatti 70, e no 120; la decisione di applicare un sistema di differenziata non adatto ad un quartiere popolato come il Don Bosco, infine, non sarebbe stata solo frutto di una decisione dell’Ama, ma anche di Medici stesso, come dimostrabile dalla presenza della sua firma posta sui rispettivi documenti ufficiali.
 

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