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Elezioni Municipio VII: intervista a Mario Musumeci, candidato presidente di "Roma ti riguarda - Berdini Sindaco"

Le proposte del candidato presidente sulle principali questioni del territorio del VII municipio

Mario Musumeci, candidato presidente per la lista "Roma ti Riguarda Berdini Sindaco" ha risposto alle domande di Romatoday su alcuni dei temi principali che riguardano il territorio del Municipio VII, il più popoloso della Capitale.


Musumeci, il Municipio VII in questi anni è stato caratterizzato dalla realizzazione di molte ciclabili. Alcune hanno creato polemiche, penso a quella sulla Tuscolana o in via Taranto. Cosa farà con le ciclabili, una volta eletto?

La costruzione di una rete di piste ciclabili è un progetto complessivo, non solo romano e non solo italiano, ampiamente condiviso – e per me condivisibile - e quindi occorre riprendere l’arte dal punto a cui è per proseguire con intelligenza e buon senso dando seguito ai progetti avviati e se occorre adottando correzioni. Nel farlo bisogna prendere in considerazione le obiezioni – quelle concrete e sensate – e le proposte e segnalazioni delle persone che abitano la città; evitando fraintendimenti quale quello che la bicicletta, grazie al circuito delle ciclabili possa essere per tutta Roma l’alternativa primaria al traffico su auto. La ciclabile di via Tuscolana (da Piazza di Cinecittà a Arco di Travertino e da Via delle Cave a Porta Furba) dovendo e/o volendo convivere con i parcheggi delle auto private in un percorso ad altissima densità residenziale e commerciale, su un’arteria di comunicazione primaria fra zone diverse della città, ha inevitabilmente concorso all’addensamento e al rallentamento del traffico e all’incremento della tossicità degli scarichi delle auto; questo non significa automaticamente che si debba integralmente disfarla, ma la questione va affrontata e vanno cercate alternative, accompagnando progettazione e realizzazione con un monitoraggio serio e costante dell’utilizzo delle piste e delle criticità emerse (anche per imparare dagli errori) e con una consultazione pubblica costante e organizzata. Probabilmente, da un’analisi obbiettiva emergerebbe che i tratti citati dovrebbero almeno in parte e potrebbero essere trasferiti su percorsi paralleli come traverse interne a minor incidenza di traffico e di utenza; o dirottati su percorsi nei parchi adiacenti (soluzione più consona alla filosofia stessa del trasporto ciclistico).

Il territorio che si candida ad amministrare, nel quadrante di San Giovanni, come in quello di via Tuscolana, è attraversato da importanti flussi di traffico. Come si può fare per ridurlo?

La città è un sistema di vasi comunicanti e quello del traffico è un problema legato appunto alla comunicazione, ossia alla esigenza vitale e fisiologica di spostarsi nella città: questo significa che il problema va affrontato con un approccio globale. Fra le 16 delibere che prevediamo nel nostro programma, da adottare nei nostri primi cento giorni su tutta Roma, una prevede la costruzione di cinque nuove linee di tranvia elettrica su rotaia in superficie e due di queste hanno certamente impatto positivo sul trasporto e sulla viabilità nel VII Municipio: una linea (per altro è un progetto di antica data ma mai realizzato) da Piazza di Cinecittà su Viale Togliatti (preservando e anzi rendendo meno tossica la ciclabile) incrociando Casilina, Prenestina, Tiburtina e tendenzialmente
oltre fino alla Nomentana e alla Salaria; un’altra da Anagnina a Tor Vergata, transitando nei siti dell’Università e del Policlinico. Al contempo, pensiamo al prolungamento della Metro A da Anagnina a Via Tuscolana fino ai nuovi quartieri residenziali attualmente molto mal collegati. Queste linee oltre a “ricucire” opportunamente pezzi di territorio oggi totalmente scollegati, alleggerirebbe il traffico di mezzi e persone sulle direttrici attuali. Si dovrebbe potenziare e
promuovere e agevolare l’uso delle linee ferroviarie locali dalle tre stazioni che si trovano nel nostro territorio (Capannelle, Casilina, Tuscolana) creando servizi di bus navetta dedicati e parcheggi di scambio ad hoc. Poi ovviamente c’è da affrontare il riassetto delle sedi di “funzioni pubbliche” (ASL e altri uffici)
decentrandole gradualmente sempre più e diminuendo l’esigenza di spostamenti obbligati; c’è da riorganizzare l’Azienda dei trasporti urbani facendone un reale e integrale Servizio Pubblico. Tutte le fermate delle linee d trasporto pubblico dovrebbero essere attrezzate con pensiline e tettoie a protezione da sole e da pioggia, e con panchine per dare conforto all’utenza. Un discorso a parte quello dei parcheggi: qui nel VII Municipio i PUP sono stati un fallimento e anzi un ostacolo al buon assetto territoriale perché si è voluto favorire la speculazione mercantile costruendo box invece che posti auto collettivi; il progetto andrebbe ripensato radicalmente, creando aree sotterranee di parcheggio residenziale e/o di scambio (come è ad esempio in città come Torino) o
dove sia possibile parcheggi multipiano progettati nel rispetto dei vincoli di consumo del suolo e di
paesaggio, anche riutilizzando immobili in disuso.

Musumeci, nel corso degli ultimi 5 anni i progetti di trasformazione dei mercati rionali non sono mancati. In alcuni casi, dal mercato Metronio di via Magna Grecia a quello dell’Alberone, le aspettative sono state deluse. Cosa serve per sbloccare definitivamente questi interventi?

Per cominciare, serve fare il punto e ripartire da ciò che esiste per aggiornare un’agenda sostenibile: ci sono delusioni e delusioni, penso a un mercato, che poi vuol dire una piazza bella grande, che è quello di Colli Albani, dove da anni non si comincia nemmeno un intervento e l’insieme è davvero deprimente, sporco e disordinato a dispetto di uno spazio molto popoloso e frequentato e potenzialmente piacevole e vivibile. Quindi io comincerei da quello e da altri più
infelici (per esempio Piazza dei Tribuni, una eterna incompiuta al Quadraro) e poi passerei ai casi in cui vi siano interventi da completare o correggere, anche in questo caso sollecitando e confrontando pareri, consigli, proteste delle persone che abitano e agiscono i territori. Probabilmente, per conservare ogni mercato nella sua collocazione storica consolidata o nei pressi di questa sarebbe funzionale creare isole pedonali in coincidenza per disporre degli spazi in modo razionale, ad esempio è una possibilità che salta agli occhi nel caso dell’Alberone, che è potenzialmente un luogo molto piacevole, ma questo ripropone a cascata i temi dei parcheggi e della mobilità, e impone tanto più quindi di adottare processi di partecipazione e consultazione nei progetti. Sul versante dei costi, il tema è capitolo di una questione generale: ricontrattare il debito della città in base alle priorità di investimento; e sulle stesse priorità stabilire l’agenda e i contenuti dei progetti sui quali destinare i fondi del PNRR: potenziare gli Studios di Cinecittà è certamente un obbiettivo importante per il VII Municipio, ma non più importante di rendere la città luogo vivibile e godibile per abitarci.

Il Municipio VII è ricco di parchi e giardini pubblici. Alcune con problemi che non sembrano risolversi, penso a Villa Lazzaroni e non solo. Come fare per garantire la manutenzione di questi polmoni verdi, visto che il numero non sempre sufficiente di operatori in forza al Servizio Giardini?

Non è esatto che gli operatori del Servizio Giardini a Roma siano “in numero non sempre sufficiente”: sono assolutamente pochi e senza mezzi tecnici, da abbastanza anni per avere provocato un collasso nella manutenzione del verde urbano, che poi a Roma significa una quantità trionfale di vegetazione – per
fortuna – spesso in osmosi con porzioni importanti dell’Agro Romano che si mischiano alla città. Da anni ormai nei territori della città, soprattutto nelle aree periferiche la manutenzione dei parchi e dei giardini è stata assolta da encomiabili associazioni volontarie di cittadini, che hanno fatto quel che hanno potuto, a
proprie spese e con poca o nessuna assistenza istituzionale, auto-organizzandosi. Quindi occorre ricostruire il Servizio, assumendo almeno un paio di migliaia di operatori subito, e altri a seguire, potenziandone e aggiornandone le competenze e ricostruendo un parco attrezzi adeguato. Occorre organizzare un decentramento funzionale articolato del Servizio, garantendo maggiore disponibilità di operatori e mezzi ai territori che hanno maggiori esigenze o urgenze: ogni Municipio deve avere un “cervello” dedicato ad hoc prima ancora che operatori, per prevedere, programmare, concertare con competenza gli interventi giornalieri, settimanali, mensili e via via in dialettica con il Comune e gli altri Municipi. Lo stesso Ufficio avrebbe anche il compito di indirizzare, supportare, coordinare le iniziative delle associazioni volontarie che costituiscono una esperienza di partecipazione e cittadinanza attiva che non va dispersa ma se mai reindirizzata e arrucchita di contenuti più avanzati rispetto all’emergenza di routine: corsi di giardinaggio e/o agronomia, itinerari culturali ecc. Su un piano più strategico, il VII Municipio ha il privilegio di essere la sede amministrativa di gran parte di uno dei complessi paesaggistici, agricoli e archeologici d’Europa, una ricchezza inestimabile ancora in gran parte inesplorata e inagibile non solo per il turismo ma per gli abitanti che avrebbero il diritto di esserne i primi fruitori; e siccome sullo stesso territorio abbiamo anche una Università (quella che vorremmo ricucire alla città con la linea tranviaria già auspicata) uno dei sogni concreti che abbiamo è pensare a un grande progetto di riscoperta, valorizzazione, fruizione di questo patrimonio in ogni declinazione sostenibile
possibile: abitare, studiare, produrre lavoro, organizzare turismo nuovo sostenibile. Ed è un sogno concreto che non si ferma al 3 ottobre, ma prosegue comunque la sua strada dal 5 in poi.

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