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La Locanda dei girasoli è (quasi) salva: un locale sull'Appia antica per il ristorante gestito da ragazzi Down

Incontro tra consorzio Sintesi, l'assessore Zevi e il capo di gabinetto di Zingaretti per trovare una soluzione immediata e duratura. Rimicci: "Servono dai 150 ai 200mila euro"

La Locanda dei girasoli riaprirà, probabilmente nel parco dell'Appia Antica. L'ipotesi è concreta, anche se non l'unica messa sul tavolo durante l'incontro alla Pisana del 17 gennaio tra i vertici del consorzio Sintesi che gestisce il ristorante-pizzeria del Quadraro, il capo di gabinetto della presidenza della Regione Andrea Napoletano, l'assessore capitolino Tobia Zevi e la consigliera Marta Bonafoni.

"E' stato un incontro veramente positivo", il commento a RomaToday è di Enzo Rimicci, presidente di Sintesi, da 9 anni "in trincea" per portare avanti un'impresa che dà lavoro a 14 donne e uomini con sindrome di Down e altre disabilità, chiusa la scorsa settimana per difficoltà economiche generate dalla crisi sanitaria. "Ci è stato detto - prosegue Rimicci - che si sono liberati diversi immobili all'interno dell'Appia Antica, locali già adibiti a ristoranti precedentemente. Zevi, che ringrazio per la sensibilità dimostrata, ci ha chiesto subito la piantina della locanda per verificare la compatibilità". 

Per ripartire, la Locanda avrà bisogno di un periodo di assestamento tra i 6 e gli 8 mesi: "Napoletano ci ha chiesto un business plan - continua Rimicci - anche lui ha mostrato grande comprensione e voglia di risolvere velocemente. Orientativamente serviranno dai 150 ai 200.000 euro, che speriamo possano arrivare tramite fondazioni e la Regione può darci una grande mano in questo. Anche, eventualmente, rimettendo in campo Arsial (agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio) come già successo in passato". A inizio 2020, infatti, arrivarono 48.000 euro di finanziamento. 

Le origini dell'ultima crisi, che ha portato alla chiusura, sono da ricercare soprattutto nella riduzione della clientela: prima il lockdown, poi le chiusure anticipate per il coprifuoco, si sono aggiunte anche le infiltrazioni dal soffitto. Otto mesi di chiusura, un fatturato passato da 600.000 a meno di 90.000 euro in due anni. Adesso un nuovo spiraglio per ripartire con più garanzie sul futuro.

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