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Deleghe e collaboratori Municipio VII: lo stop di Roma Capitale

Eliminata dal nuovo Statuto di Roma Capitale la figura dei Consiglieri Delegati, rimane la possibilità di scegliere dei "consulenti esterni". Su chi può scegliersi lo Statuto non è così netto

Qualche giorno fa, il Circolo PD Alberone, titolava “Municipio VII:  il Campidoglio boccia le nuove deleghe del Presidente Susi Fantino”. Allegando anche una lettera a firma del Segretario – Direttore Generale di Roma Capitale Liborio Iudicello, avente per oggetto “Consiglieri Delegati e incarichi di collaborazione”.

STOP AI CONSIGLIERI DELEGATI - Ci sono delle novità rispetto al recente passato. Il nuovo Statuto di Roma Capitale ha infatti eliminato il ricorso all’istituto delle deleghe per i Consiglieri Municipali. “Tale pratica – spiega Iudicello –  non può ritenersi possibile nell’attuale quadro ordinamentale”.  Una scelta che “ non è ovviamente casuale né frutto di disattenzione, ma costituisce portato di riflessioni di natura politico-istituzionale maturate nel corso del procedimento di approvazione del nuovo Statuto e che hanno trovato l’attuale esito nella determinazione dell’Assemblea Capitolina di non riproporre l’esperienza dei c.d. Consiglieri Delegati”.

I COLLABORATORI ESTERNI DEL MUNICIPIO VII - Il problema per il Municipio governato da Susi Fantino, non sussiste poiché non ci risulta siano stati nominati Consiglieri delegati. Diverso invece è il discorso per le collaborazioni esterne. Alcuni giorni fa (il protocollo è datato 4 febbraio) proprio il Minisindaco Fantino reso noto (o semplicemente ricordato) agli Assessori municipali, ai Capigruppo, al Presidente Villa, ai due comandanti di polizia locale, agli uffici tecnici ed anche al Direttore del Municipio, del conferimento di alcuni incarichi. Si tratta del risultato di quattro ordinanze che nell’oggetto della lettera si richiamano “all’art. 26 comma 13 lettera b dello Statuto di Roma Capitale”. Di cosa si tratta? Sono quattro incarichi conferiti ad Alessandro Albanesi  “per le problematiche e la riqualificazione dei mercati rionali in sede propria ed impropria”;  a Nadia Cannavina, cui si demandano “funzioni di supporto alla Presidenza ed all’ufficio di Presidenza”;  a Raffaele Lupoli “per le tematiche dell’educazione alla legalità ed alle azioni di contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’ambito municipale”. Ed infine a Marcello Romano per le tematiche relative alla tutela dei Parchi Municipali.

IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO - “Ho proceduto al conferimento di detti incarichi ai sensi della norma statuaria che testualmente recita “i Municipi possono avvalersi di collaborazioni esterne ad alto contenuto di professionalità nei limiti previsti dalla legge” ricorda la Fantino. “Dai contratti collettivi di lavoro e da deliberazioni della Giunta Capitolina” aggiungiamo noi, avendo davanti l’articolo 26 comma 13 lettera B dello Statuto del Comune di Roma, nella parte relativa al decentramento municipale.

L'INTERPRETAZIONE DELLA NORMA - Dunque se è vero, come ricorda Iudicello che “lo Statuto, al comma 6 dell’articolo 24, prevede ora che il Sindaco per limitate e particolari esigenze, può affidare a personalità esterne agli organi e all’Amministrazione di Roma Capitale, lo svolgimento, a titolo gratuito, di compiti di collaborazione su temi di interesse della comunità cittadina, delimitandone funzioni e termini”. E’ altrettanto vero che nel capitolo IV, dedicato al decentramento amministrativo, quello cui si richiama Fantino, sembrerebbe approfondire il concetto. I Presidenti dei Municipi, ad ogni buon conto, ancora non hanno fatto la loro mossa. La sensazione è che, in questa fase, potrebbe determinarsi un arroccamento sulle relative posizioni. Quindi per ora, i consulenti esterni dovrebbero restare.

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