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Cinecittà Cinecittà / Via Filippo Serafini, 57

Corto Circuito, annullato il sequestro preventivo: "Non c’è stata nessuna occupazione abusiva"

Il Tribunale del riesame ha annullato buona parte dei provvedimenti di sequestro. Gli attivisti possono riaprire i cancelli, ma non possono ancora recuperare il manufatto realizzato in paglia e legno

Via i sigilli dall’ingresso principale del Corto Circuito. Il centro sociale di Cinecittà Lamaro torna ad aprire il portone al territorio. Il Tribunale del riesame, ha stabilito che molti dei reati contestati alla realtà sociale di via Serafini, non sussistono.

ANNULLATO IL SEQUESTRO - “Con un’ordinanza è stata disposto l’annullamento del sequestro preventivo – spiega l’avvocato Marco Lucentini – e quindi sono venuti meno i provvedimenti derivanti dalle ipotesi di reato relativi all’occupazione abusiva, alla violazione dei sigilli ed alla presunta somministrazione di cibi e banvande non conformi alle normative sulla sanità. Resta, per ora, il sequestro per l’abuso edilizio”.

SPAZI DISPONIBILI - La questione non è di poco conto. “Adesso possiamo entrare nell’area, ma non possiamo disporre della struttura in paglia e legno che stavano ultimando – spiega Federico, un attivista –  fino a ieri non potevamo nemmeno entrare perché il cancello, il giardino, i giochi dei bambini, il mattonato del gazebo era tutto sequestrato. Su quelle pertinenze possiamo eventualmente mettere delle strutture non ancorate, removibili – aggiunge l’attivista – noi però le richieste per ottenere i permessi le avevamo fatte. Detto questo ci è stato riconosciuto il fatto che non c’è stata nessuna occupazione abusiva. D’altra parte noi abbiamo l’assegnazione di queli spazi, anche se poi non ci è mai stata perfezionata una concessione. Il paradosso – conclude la fonte interna al centro sociale – è che noi vorremmo realizzare un edificio in bioedilizia, con i nostri soldi, su un terreno pubblico. Siamo quindi disposti a farlo con materiali migliori di quelli utilizzati per il padiglione andato a fuoco. Gli abbiamo anche chiesto il permesso di costruirlo. E nonostante tutte queste premesse, il Comune non risponde”.

LE PROSSIME MOSSE - La questione citata dall’attivista, è stata presa in considerazione anche dall’avvocato  Lucentini. “Con ogni probabilità formalizzeremo, con la documentazione in parte già prodotta al Giudice per le indagini preliminari, la richiesta di restituzione. E questo perchè l’ipotesi del PM risulta  insussistente. Per l’abuso contestato nei confronti del nuovo padiglione, erano infatti già state presentate richieste che sono rimaste chiuse nei cassetti. Pertanto, facendo leva sul silenzio assenso dell’amministrazione – aggiunge l’avvocato – credo che ci siano tutte le condizioni per arrivare ad ottenere la revoca del sequestro da parte del GIP. Credo in sostanza che si tratti di aspettare solo qualche giorno”. Intanto sulla pagina facebook del Corto Circuito le notizie arrivate vengono salutate con entusiasmo. “Ogni piccola vittoria come questa ci motiva sempre di più a liberare gli spazi vuoti e metterli a disposizione della città e dei suoi bisogni –si legge sul social network – la politica istituzionale non ha ancora dato risposte, ma la nostra lotta non si arresta”.

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