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Cinecittà Cinecittà / Via Filippo Serafini

Cinecittà Lamaro, procede la ricostruzione del Corto Circuito: sarà di paglia e di legno

Gli attivisti dello storico Centro Sociale di Cinecittà Lamaro sono impegnati nella realizzazione di un edificio "con la tecnica Greb": struttura in legno e coibentazione di paglia. Una struttura ecosostenibile e replicabile

In via Filippo Serafini sta prendendo forma un nuovo edificio. E' realizzato con materiali ecosostenibili. Struttura di legno e coibentazione di paglia. E’ questa la formula che gli attivisti del Centro Sociale Corto Circuito hanno deciso di sperimentare. Un padiglione autocostruito con tecnica Greb. Servirà a sostituire  quello andato a fuoco nel 2012.

L'AUTOCOSTRUZIONE - Quattro giorni di corso sono bastati per trasformare gli attivisti del Corto in una squadra falegnami provetti. Un esperimento che sarà ripetuto il primo settembre e che consentirà, a tutti i partecipanti, di offrire il proprio contributo nell’ autocostruzione del padiglione. Non solo. Come ha spiegato Daniela a Radiosonar, si punta anche a realizzare “un sistema idrico di smaltimento delle acque sporche”. Funziona così: “L’acqua – che è un bene comune – quando esce dai lavandini della cucina finisce negli scarichi e lì viene sgrassata da una membrana che isola oli e galleggianti”. L'acqua che ne filtra “finisce in una vasca di fitodepurazione dove– spiega l’attivista a Radiosonar – grazie all’azione di alcune speciali piante, viene depurata, prima di finire in una seconda vasca”. L’acqua, così trattata, viene infine utilizzata per irrigare l'orto del centro sociale.

UN'ESPERIENZA UNICA - Tornando al padiglione in autocostruzione “quello del Corto è un esempio ripetibile” ha spiegato ai microfoni di Radio Sonar Stefano Mattei, il fautore del corso. “In questo tipo d'esperienza, ho notato che succede sempre una magia. Al corso vengono persone diverse con tanti umori, domande, paure. Ma dopo poche ore di lavoro, stando gomito a gomito, le differenze sociali vengono annullate. La cosa più importante di quest’autocostruzione – ha chiarito Stefano Mattei – è l’esperienza di gruppo che si riesce a vivere. Dopo questi quattro giorni capita spesso, al momento dei saluti, di vedere persone che si emozionano e piangono. Secondo me è dovuto alla sensazione che in queste occasioni si crea. Insieme si capisce che si possono superare le paure che, individualmente, ognuno di noi vive nel quotidiano”.

IL MESSAGGIO - Il nuovo padiglione del Corto Circuito muove da queste premesse. E' un'esperienza di autocostruzione ed anche un modo per ristabilire le relazioni sociali. Un modello che punta alla replicabilità ed al rispetto dell'ambiente. E che nasce da un'esigenza specifica, quella di avere uno di aggregazione andato distrutto dalle fiamme. Dopotutto, come ha ricordato  come ha ricordato Daniela a Radio Sonar “se avessimo continuato ad aspettare le istituzioni, non avremmo incominciato mai”.

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