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Anagnina Romanina / Via Bernardino Alimena

Romanina, il comitato di quartiere scrive a Gualtieri: “Caro sindaco, qui è terra di nessuno”

Nel quartiere segnalati rimpalli di competenze e assenza d'interventi manutentivi su strade e aree verdi

Strade senza segnaletica, aree verdi perennemente incolte, alberi senza manuntenzione. Alla Romanina, nella periferia sud est della capitale, ci sono cittadini che vorrebbero risposte dalle istituzioni. E per averle hanno scritto al sindaco, perché anche chi siede in Campidoglio possa conoscere quella che, il locale comitato di quartiere, definisce “la terra di nessuno”.

Il verde di nessuno

Il fenomeno è causato dal rimpallo di competenze con cui, i cittadini, si sono trovati a fare i conti. Succede per le strade del vecchio quartiere, quello compreso tra via Bernardino Alimena, il raccordo anulare e la via Tuscolana, che sono prive di marciapiedi e di segnaletica stradale. Ma anche per quei “terreni che sulla carta sono pubblico, ma di fatto sono terreni di nessuno”. E' ad esempio quello che succede in via Marannini o in via Maso Finiguerra, dove la vegetazione cresce senza controllo; anche laddove ci sono delle scuole, com’è nel caso di via Gregoraci: un terreno comunale a ridosso di una primaria. Non la gestisce il servizio giardini del comune, non interviene il municipio. “Saranno dieci anni che quel terreno non viene sfalciato” conferma Eleonora Raso, la presidente del CdQ a Romatoday.

Nelle aree verdi di nessuno, si legge nella lettera inoltrata al sindaco, “il dipartimento del comune dice che la competenza è dell’organo più prossimo e cioè del municipio”, mentre l’ente di prossimità sostiene che “la competenza è del dipartimento: solo in supplenza, in caso d’incendio, interviene il municipio”. Nello scaricabarile, però, questi prati non vengono curati da nessun giardiniere. E prosperano rigogliosi, senza controllo. 

Ci sono poi “gli alberi di nessuno” si legge sempre nella lettera inviata a Gualtieri, con “i rami che arrivano all’altezza degli occhi e che si ricongiungono con le erbacce” che crescono ai loro piedi, sulle cosiddette tazze che sono invase di infestanti e che, di fatto, rendono i marciapiedi impraticabili. Chi vi abita è costretto a fare lo slalom, per evitare d’inciampare sul terreno schivando, con la testa, i rami bassi mai potati.  

Le strade senza controllo

Poi ci sono “le strade di nessuno”, quelle che sono utilizzate soprattutto dai non residenti per eludere il traffico delle grandi arterie limitrofe” ha ricordato il comitato di quartiere. In questo caso, più che lo scaricabarile sulle competenze, il problema sembra essere quello del controllo. Queste strade si  trovano soprattutto nella cosiddetta “zona nuova” della Romanina. Lì, a dire il vero, qualche intervento è stato fatto, con l’istituzione di una zona 30 e la realizzazione di qualche rotatoria. Ma non sono ritenuti, quelli messi in campo, deterrenti adeguati. “Via Bernardino Alimena, nonostante la rotatoria, resta il solito lungo rettilineo, percorso ad altra velocità” ha fatto notare la presidente del Comitato di quartiere. E poi ci sono le altre strade, quelle della zona vecchia, dove ancora mancano i marciapiedi e per anni poco e nulla è stato fatto. 

L'invito al sindaco

La sensazione descritta al sindaco, è così quella di chi vive “in una periferia che poco offre agli abitanti, che nulla ha in comune con la città dei 15 minuti”. Nonostante  “le ore spese a relazionare, scrivere, chiedere e segnalare”, il comitato di quartiere continua a vivere in un quartiere che sembra essere la terra di nessuno. Dove si fatica ad individuare le precise responsabilità ed i giusti interlocutori. La lettera si conclude con l'invito a Gualtieri a visitare la Romanina. Nelle ultime righe si fa riferimento ad un concetto mutato dall'antica Roma, quello delle res nullius: “le cose di nessuno che potevano diventare di qualcuno”. Suona come un invito, per il sindaco, a farsi carico del quartiere.

La Romanina: aree verdi incolti e strade ammalorate

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