Romanina: vietato il transito ai ciclisti nella strada dei centri commerciali
In zona Romanina sono stati messi divieti di transito per ciclisti, anche in aree dove il limite di velocità è di 30 km/orari. Le piste ciclabili del quadrante poi, restano un miraggio. Restano poche alternative all'automobile
La vita per i ciclisti é dura in tutta la Capitale ed i fatti di cronaca, purtroppo, continuano a dimostrarlo. In alcune aree della città però, si fatica davvero parecchio a intravvedere segnali di cambiamento. E’ il caso della Romanina dove, ultimamente, un ciclista ci ha segnalato la comparsa di alcune singolari limitazioni.
I DIVIETI STRADALI - “Ci sono diversi cartelli, apparsi da qualche giorno in zona Romanina, che quantomeno ci hanno lasciato basiti, Non ne capiamo proprio il significato, anche se qualcosina s'immagina, purtroppo - ha commentato Carlo, un ciclista del territorio - Ci chiediamo come sia possibile vietare l'accesso alle bici in una zona 30, che di per sé, dovrebbe essere fatta proprio per favorire la loro circolare in sicurezza”.
CICLABILI E CENTRI COMMERCIALI - A seguito di un successivo sopralluogo, il ciclista ha confermato le prime segnalazioni. “ Questi cartelli ci sono in pratica in tutta via Bernardino Alimena, con le sue traverse dal ponte del GRA fino alla rotonda della banca, e poi in via Luigi Schiavonetti verso Decathlon. Non so se ce ne siano altri – aggiunge il ciclista - certo è che quella, è la strada dei centri commerciali. Comunque io ho controllato e, dietro ai cartelli, non c’è alcuna ordinanza” commenta il residente. Il mistero s’infittisce.
LA MOBILITA' SOSTENIBILE - Forse la scelta d’interdire la strada ai ciclisti, deriva dalle asperità che, certo non da oggi, la caratterizzano . Il quadrante dopotutto non è certo il paradiso terrestre per chi ama muoversi in bicicletta. In alcuni quartieri poi, come Vermicino, mancano addirittura i marciapiedi. E la cosa non migliora la sicurezza stradale di nessuno. Insomma, in una zona che ha la fermata metropolitana più “vicina” ad Anagnina, l’alternativa all’automobile, non sembra esser presa neppure in considerazione.