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Fase 2, il Selam Palace non è più un cluster: nell’ultimo mese zero contagi

Chiude il presidio medico gestito dalla Asl Rm2, insieme a Medici Senza Frontiere, Medecins du Monde. I tre enti hanno firmato un protocollo per rafforzare i servizi sanitari nella periferia sud-est

La quarantena è terminata da oltre tre settimane. Il numero dei contagi, invece, da un mese non desta preoccupazione. Il Selam Palace non è più un cluster. La situazione è decisamente rientrata nei ranghi.

Il presidio sanitario

La Asl Rm2, Medici Senza Frontiere e Médecins du Monde hanno deciso di chiudere il presidio medico dedicato al palazzo occupato di via Arrigo Cavaglieri. Era stato aperto per individuare  ed isolare i casi Covid  tra le 500 persone che lo abitano. Per questo sono stati eseguiti centinaia di tamponi ed è stato imposto il rispetto della quarantena. Gli sforzi congiunti hanno consentito di contenere e superare la fase più difficile. 

Il nuovo protocollo

Il Personale socio sanitario della Asl Rm2 continuerà comunque a monitorare l’edificio. Ma gli sforzi dell’azienda sanitaria locale, insieme a quelli delle altre due organizzazioni internazionali, saranno indirizzate verso nuovi obiettivi. I tre enti hanno infatti firmato un protocollo che sarà utile a definire le nuove attività da dedicare alle situazioni più vulnerabili presenti nel quadrante sud-est della Capitale.

L'accesso alle cure

“Con l’inizio della Fase 2, è ancora più importante concentrare l’attenzione sul territorio, a cominciare dai centri collettivi, formali e informali, dove le persone vivono in situazioni di precarietà e hanno maggiori difficoltà di accesso alle cure. Per farlo, è cruciale unire le risorse delle associazioni con quelle già esistenti nel sistema sanitario pubblico” spiega Giuseppe De Mola, coordinatore dei progetti di MSF a Roma.

Mediazione e controlli

Sarà rafforzata la linea telefonica a cui rispondono medici e mediatori culturali, “con una particolare attenzione – fa sapere con una nota Medici Senza Frontiere – all’individuazione ed alla gestione dei casi Covid 19”. Perché ciò avvenga è però necessario ottenere la fiducia del paziente. “Ed a questo proposito – ha spiegato Chiara Lizzi, coordinatrice italiana di Medicins du Monde – sarà centrale centrale il ruolo dei mediatori interculturali che affiancheranno il medico”.

La fase 2 nel quadrante sud-est

Per quanto riguarda le nuove attività, Medici senza Frontiere ha fatto sapere che un loro team, formato da un infermiere, un promotore della salute e un tecnico per il controllo delle infezioni, visiterà centri di accoglienza e insediamenti informali ed interverrà sia nell’identificazione che nella gestione di eventuali casi sospetti. La fase 2, nel territorio, si apre dunque con un rinnovato impegno da parte delle realtà che si sono dedicate ai tanti migranti, arrivati dal Corno d’Africa, che vivono nella vecchia facoltà di Lettere di Tor Vergata. Ma il lavoro di contrasto alla diffusione del nuovo Coronavirus non è finito.  

Sorveglianza medica ed epidemiologica

“Da oggi le comunità presenti nei centri di accoglienza e negli insediamenti informali nel territorio della ASL Roma 2, incluso il Selam Palace, saranno monitorate nell’ambito del sistema di sorveglianza medica ed epidemiologica attivato in collaborazione con MSF e MDM” ha dichiarato il dottor Giuseppe De Angelis, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma 2. La sinergia tra i tre enti, nata sul campo, è destinata a durare. E sarà un'arma in più contro la formazione di nuovi cluster Covid.

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