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Torre Maura Torre Maura / Via dei Codirossoni

Torre Maura, parla il presidente del municipio: "Decisione dall'alto. Avvisati via pec, dovevano chiamarci"

Dalla PEC giunta alla direzione socio-educativa che annunciava il trasferimento alla richiesta di dimissioni del minisindaco delle Torri

Quattro giorni: tanto è bastato perché un quartiere di periferia come Torre Maura diventasse argomento nazionale ponendo al centro un’intolleranza forte e violenta verso alcune decine di famiglie rom. Ore di guerriglia in via dei Codirossoni con movimenti della estrema destra romana che piantonano giorno e notte la struttura per evitare nuovi arrivi e per essere sicuri che gli “zingari” vadano via. Il quartiere inevitabilmente si spacca e la guerra tra poveri si inasprisce. E mentre si organizzano manifestazioni di solidarietà e contro-proteste per fronteggiare CasaPound la maggioranza a cinque stelle (a governo del Municipio VI) non parla, restano “zitte” anche le pagine facebook.

Abbiamo raggiunto Roberto Romanella, presidente del Municipio e lo abbiamo intervistato per capire cosa si sapeva e cosa no rispetto al trasferimento delle famiglie rom da via Toraldo (Torre Angela) a via dei Codirossoni (Torre Maura).

Negli ultimi giorni, tutto il Paese parla dei “fatti di Torre Maura” e quindi della rivolta anti-rom. Come mai il governo di maggioranza del Municipio non ha fatto nessun commento sulla vicenda?

Non abbiamo avuto tempo di commentare perché siamo impegnati a gestire la vicenda. Tuttavia, non la chiamerei “rivolta anti-rom” perché in questo modo si dà una connotazione razzista ad un quartiere che tutto sommato si è visto solo arrivare un problema che si innestava su altri già esistenti. Piuttosto c’è gente che ha cavalcato il malcontento. La maggior parte degli abitanti, invece a mio avviso, è solo arrabbiata perché la decisione è calata dall’alto. Mi rifiuto di credere che Roma sia diventata questo.

Il trasferimento delle famiglie rom da via Toraldo a via dei Codirossoni ha spiazzato tutti, in primis gli abitanti. Eppure è frutto di un bando comunale, di tipo europeo. Il Municipio sapeva che sarebbe avvenuto?
La notizia del trasferimento ci è letteralmente piombata addosso martedì quando mi hanno telefonato da Torre Maura per raccontarmi quanto stesse accadendo. Chi ha costruito il bando, mesi fa, non ha comunicato nulla a noi. Immagino che la funzionaria abbia pensato a questo trasferimento anche per consentire ai bambini di continuare a frequentare la stessa scuola. Ha sbagliato a non consultare noi in questa decisione. La pec è arrivata intorno alle 13.40 di venerdì 29 aprile solo alla direzione socio-educativa del Municipio che preciso ne ha tre: una comunicazione molto laconica in cui veniva annunciato il trasferimento da via Toraldo a via dei Codirossoni e noi non eravamo nemmeno in copia, c’era solo la polizia locale. Non è stato ritenuto opportuno girare anche a noi la mail considerata appunto la carenza di informazioni contenute nella comunicazione. Avrebbero dovuto chiamarci e dircelo. Avremmo potuto congelare il trasferimento, metterci seduti e parlarne.
 

Da via Toraldo a via dei Codirossoni. Perché il trasferimento in un’altra struttura con caratteristiche pressoché identiche?
Sulla struttura di via Toraldo insisteva un affidamento diretto che doveva assolutamente cessare perché opaco e poco trasparente, la struttura di via dei Codirossoni invece è in capo al Comune.
 

La presenza delle famiglie rom in via Toraldo è stata tollerata dagli abitanti di Torre Angela o le risultano rimostranze in tal senso?
Non sono mai arrivate rimostranze, Torre Angela è un “melting pot”, diverse etnìe convivono in maniera pacifica.
 

Lei ha mai chiesto che il centro di via Toraldo venisse chiuso?
No, non abbiamo mai avuto problemi nè proteste derivanti dalla presenza del centro.

Da più parti, soprattutto dopo aver letto la lettera della dirigente Micheli che informava il municipio del trasferimento, si chiedono le sue dimissioni. Cosa risponde?
Mi dimetterò quando si ghiaccerà l’inferno, si rassegnino io non me ne vado, mi devono sopportare fino a fine mandato.

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