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Parco Casa Calda, la mozione per la tutela bocciata in Aula Giulio Cesare

Pelonzi e Vagnarelli: "Grillini si rivelano sempre il partito del cemento"

"Tutela e salvaguardia del parco di Casa Calda e delle attività sociali ivi collocate, contro ogni speculazione edilizia e per il bene pubblico". E' questo l'oggetto della mozione promossa dal gruppo del Pd, bocciata martedì scorso in Aula Giulio Cesare. Invitabili le polemiche dei dem: “I grillini sono per l'ambiente solo a parole. Nei fatti, si rivelano sempre il partito del cemento”, dichiarano in una nota il consigliere capitolino Pd Giulio Pelonzi, firmatario della mozione, e il segretario Pd del V municipio Riccardo Vagnarelli.

“La mozione è stata pensata per tutelare l'area impegnando l'amministrazione a mantenere i giusti standard di verde tramite vincoli paesaggistici e archeologici”, prosegue la nota. “L'obiettivo del Pd è renderla uno spazio verde di facile fruizione per tutti i cittadini. E proprio per questo abbiamo avuto particolare attenzione per il centro anziani, la cui permanenza assicura un presidio sociale e di condivisione, in una società che tende a chiudersi. Ma i 5stelle hanno preferito dire di no a tutto questo”.

Si legge nella mozione: "La periferia di Roma Est è caratterizzata da un fitto tessuto urbano densamente popolato e povero di verde, […] da un elevato grado di inquinamento atmosferico dovuto al traffico veicolare, da un notevole grado di impermeabilizzazione del suolo con pesanti ricadute sul microclima locale, e dalla presenza di beni culturali e ambientali di notevole importanza". L'area di Casa Calda, 8 ettari in totale, dopo essere stata espropriata nel 1975 "è tornata di proprietà del Capitolo della Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore in Roma" che aveva chiesto il diritto di retrocessone ottenendo parere favorevole dalla Corte d'Appello nel 2008. La storia è stata ricostruita anche da Romatoday a marzo.

Anche se sull’area insistono tratti di acquedotto Alessandrino, e negli anni sia stata riconosciuta l’importanza paesaggistica, non tutta il territorio risulta vincolato. Nel 2012, ricordano ancora i consiglieri, nell’ambito di un bando per l’housing sociale era stato avanzato anche un progetto di edificazione da 900 appartamenti poi bloccato. Non solo. Il Comune di Roma "ha investito oltre un milione di euro sulle strutture del Parco, con lavori come la ristrutturazione del centro anziani, la recinzione e manutenzione dei Casali".

Diverse motivazioni che hanno portato il capogruppo chiedere di impegnare la sindaca Virginia Raggi e la giunta a "verificare con gli uffici competenti, prima di procedere alla firma definitiva degli atti, l'entità delle quote di retrocessione stabilite dal Tribunale di Roma", sollecitare "il Ministero dei Beni Culturali e le Sovrintendenze affinché sia reintrodotto il vincolo archeologico e paesistico", organizzare un tavolo di incontro con Comune, Regione e Vaticano "per scongiurare qualsiasi attività di speculazione edilizia", attivarsi per la tutela del centro anziani che sorge lì dentro e infine riattivare la procedura di esproprio. La mozione però è stata bocciata.

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