Villaggio Breda: il lieto fine della storia di Mohamed
Il giovane è stato inserito nel circuito di accoglienza del Comune di Roma
Mohamed sta bene, si trova al sicuro in una struttura di accoglienza del Comune. La sua storia ha finalmente un lieto fine. Grazie alla solidarietà degli abitanti di Villaggio Breda, le notti in strada sotto un porticato al freddo sono ormai un ricordo lontano per il giovane proveniente dall’Etiopia.
Nei giorni scorsi, un gruppo di bredaroli ha contattato il nostro giornale per chiedere aiuto: un giovane, poco più che ventenne, aveva trovato dimora sotto i portici di piazza Erasmo Piaggio. La sua presenza, di ragazzo minuto e fragile, aveva attivato immediatamente una catena di solidarietà: in tanti, grandi e piccoli, avevano iniziato a supportare e coccolare Mohamed con cibo e coperte. “Vogliamo inviare un appello alla comunità eritrea di Roma – avevano spiegato i bredaroli ai nostri taccuini – perché qualcuno possa parlare con lui e capire di cosa ha bisogno”. Già perché in un primo momento si pensava che fosse l’Eritrea la sua terra di provenienza, tuttavia il ragazzo rispondeva alle domande degli abitanti del quartiere solo con timidi sorrisi.
Oltre ad accogliere l’appello dei cittadini, abbiamo contattato quel giorno stesso la presidente della commissione politiche sociali del Comune di Roma, Nella Converti, già al corrente della presenza di Mohamed. È lei a dare la lieta notizia nella mattina di mercoledì: “Mohamed è stato preso in carico, inserito in un percorso di accoglienza e supporto, ha ricevute le cure necessarie ed è stato accolto in una struttura per l’accoglienza notturna del comune”. Ha aggiunto: “Oltre ad essere pienamente soddisfatta per il miglioramento delle condizioni di vita del ragazzo voglio ringraziare i bredaroli che hanno svolto un ruolo molto importante in questa vicenda e l'assessora Barbara Funari per il suo intervento in sinergia con il lavoro prezioso della sala operativa sociale di Roma Capitale”.
La storia di Mohamed ha raggiunto anche la sensibilità di Medici del Mondo Italia, l’organizzazione ha contattato la nostra redazione per offrire aiuto e l’intervento di un mediatore culturale. Grazie alla solidarietà di tanti, è stata scritta la parola ‘fine’ a una storia di solitudine e abbandono.