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Tor Bella Monaca

Tor Bella Monaca, il palcoscenico ideale per farsi belli sul tema delle periferie

Sono iniziate puntuali le passerelle dei politici in vista dell'appuntamento di ottobre. Ma è questo il quartiere nelle condizioni peggiori?

Si scrive 'periferie', si legge 'Tor Bella Monaca'. Ventuno torri di quindici piani incastonate tra via dell'Archeologia e viale Santa Rita da Cascia dettano l'agenda politica dei candidati di ogni competizione elettorale. 'Una delle piazze di spaccio più grandi del Pease' è la frase 'passepartout' che legittima ogni iniziativa, ogni progetto perché a 'Tor Bella Monaca si deve fare', perché quando ci si vuole sedere dalla parte giusta e sventolare la bandierà della legalità per mettersi al servizio dei cittadini, la prima cosa da fare è invocare il ‘sacrosanto’ nome di Tor Bella Monaca, ormai una garanzia di successo, soprattutto nelle urne.  

È a Tor Bella Monaca che i partiti sfoderano l'artiglieria pesante. Lunedì pomeriggio Roberto Gualtieri e Enrico Letta hanno visitato il Teatro di via Bruno Cirino (diretto da Benvenuti) e nell’atrio che separa la struttura dalla sede del Municipio VI hanno incontrato una cinquantina di militanti in vista delle primarie del prossimo 20 giugno. Un appuntamento elettorale che ha ‘chiamato’ a Tor Bella Monaca anche Imma Battaglia (a fine maggio), candidata alla corsa di domenica con ‘Liberare Roma’ e, prima di lei Carlo Calenda. Virginia Raggi, in campagna elettorale da molto più tempo di tutti gli altri, a Tor Bella Monaca si reca principalmente per tagliare nastri e presentare nuovi bus. Il candidato sindaco del centrodestra, Enrico Michetti, individuato solo pochi giorni fa, sarà in zona già domenica prossima.

Insomma, a Tor Bella Monaca le passerelle per le comunali di ottobre sono iniziate. Ma il quartiere, in termini di servizi, è davvero quello messo peggio degli altri? Soprattutto nella periferia est della città? Sgomberiamo subito il campo da ogni possibile equivoco: non stiamo dicendo che a Tor Bella Monaca la presenza della criminalità non sia fortissima (con tutte le conseguenze che ne derivano). Vogliamo provare a dire che a Tor Bella Monaca ci sono più servizi che in tutti gli altri quartieri ma Tor Bella Monaca rimane la location preferita per i selfie e I discorsi ‘salva patria’.

Tor Bella, all’uscita 17 del GRA, è servita da tre stazioni della metro C (Torre Gaia, Grotte Celoni e Torre Angela), tutte collegate con bus che portano al Centro in mezz’ora. In viale Cambellotti c’è la sede del sesto Municipio (unica in tutto il municipio) e quella della polizia municipale, in via Parasacchi ci sono la stazione dei carabinieri e il liceo ‘E.Amaldi’, altra eccellenza del territorio. In via Aspertini il centro commerciale con 60 negozi. Chiese, associazioni, luoghi di aggregazione che ‘coprono’ il territorio da Grotte Celoni a via dell’Archeologia e offrono ai giovani un’alternativa alla strada. Via Quaglia è la via commerciale del quartiere, da qui l’ospedale Tor Vergata e l’Università distano poco meno di cinque chilometri, nei pressi anche l’ASI – Agenzia Spaziale Italiana. E se proprio vogliamo essere puntigliosi, in via Mitelli c’è anche un murale antismog (unico in tutto il municipio) completato nei giori scorsi. In quartiere, inoltre, sono stati spesi milioni di euro per rifare le strade e altri cantieri sono in corso proprio in queste settimane.

Spostiamoci di qualche chilometro, nella periferia dove I riflettori non si accendono mai, nemmeno quando I cittadini chiedono incontri o organizzano manifestazioni di protesta. Andiamo a Villaggio Prenestino (a poco più di 10 km da Tor Bella) dove ci sono 27 strade senza illuminazione, non ci sono metro e nemmeno luoghi di aggregazione, da qui l’ospedale più vicino è il Casilino, le caserme più vicine Setteville e via Parasacchi. A Corcolle, altro quartiere di periferia, non esistono centri di aggregazione, a eccezione di scuola e centro anziani e non ci sono presidi di forze dell’ordine. E non ci sono nemmeno a Nuova Ponte di Nona e a Villaggio Falcone (che aspettano ancora il rifacimento delle strade). “Qui mica non abbiamo lo spaccio? Solo che non viene nessuno” è l’amara conclusione degli abitanti. A San Vittorino, borgo medievale del sesto municipio, sono stati chiusi gli uffici anagrafici e postali, non c’è null’altro a parte il cimitero e una strada, la principale, è ridotta a una sola corsia da un anno e mezzo con disagi lamentati da tempo ma inascoltati. A Osa cento famiglie da un decennio non hanno acqua potabile, a Castelverde B4 non ci sono nemmeno ancora le opere di urbanizzazione, l’acqua potabile è stata portata dopo anni e solo grazie a una estenuante battaglia dei cittadini che ancora vivevano con acqua di pozzo marrone in piena pandemia. A Colle del Sole un gruppo di papà ha finanziato e costruito autonomamente l’unica area giochi del quartiere altrimenti I loro figli non avrebbero avuto nessun luogo di svago. A Prato Fiorito non c’è assolutamente nulla se non un polifuzionale finito cinque anni fa che gli amministratori non riescono ad aprire, come a Villa Verde. Questo solo per citare alcuni esempi.

E già, sembra incredibile, eppure esiste una periferia di Tor Bella Monaca dove si vive peggio, ma questo la politica finge di non saperlo. Del resto anche le torri di via dell’Archeologia hanno più fascino di quelle di viale Santa Rita da Cascia. Sì perchè bisogna vivere anche nella parte ‘giusta’ e più mediatica del quartiere stesso per avere un’iniziativa come quella di ‘Spaccio arte’ organizzata dall’amministrazione comunale a cinque stelle perché forse, la stessa, a via San Biagio Platani non avrebbe avuto la stessa risonanza. Ma la campagna elettorale è appena iniziata, gli aspiranti sindaco sono ancora in tempo per conquistare la fiducia (e il voto) degli abitanti delle periferie, magari andando oltre il ‘torbellamonacacentrismo”.

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