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Venerdì, 19 Aprile 2024
Tor Bella Monaca Tor Bella Monaca / Via dell'Archeologia

Grotta del buco, tutti contro la politica show del M5s: "Un totale fallimento, Raggi solo a caccia di consenso"

Bella Vera: "Si continua a non capire che un territorio così eterogeneo e complesso come il nostro necessita di obiettivi ed interventi realmente condivisi con tutti"

Sono trascorsi due mesi da quando la ‘grotta del buco’ a Tor Bella Monaca è stata murata. Da allora però lo spaccio, il degrado e la gestione dei tossicodipendenti sono peggiorati. A confermarlo, le parole di Massimo Barra della fondazione ‘Villa Maraini’ che da tempo lavora all’interno di un camper sul pratone adiacente la ormai ex grotta, in supporto alle fragilità per limitare i danni della droga. “Solo un folle poteva pensare di guarire un tossicomane chiudendogli il set” ha commentato Barra in una video-intervista rilasciata al nostro giornale.

Immediata la reazione del mondo politico di centrosinistra e dell’associazionismo di quartiere: a Tor Bella Monaca occorre un tavolo permanente, è il messaggio arrivato da più parti. Già perché fin dalle prime ore della chiusura del buco, messa in atto dalla sindaca Raggi e dalla delegata alle periferie Federica Angeli, in tanti hanno espresso contrarietà: chiudere uno spazio, non significa risolvere un problema. E oggi, quelle perplessità sono emerse con ancora maggiore vigore. “I fatti dimostrano che era da sprovveduti pensare di contrastare la tossicodipendenza chiudendo il luogo del 'buco': tutto è tornato come prima. Il reportage effettuato dal quotidiano online 'Romatoday' conferma la bontà delle perplessità espresse dalle associazioni del territorio che sottolinearono come questa misura, non accompagnata da altri provvedimenti di sistema, avrebbe soltanto spostato di qualche centinaio di metri il problema” ha detto Giovanni Zannola, consigliere dem in Campidoglio.

Alle sue parole fanno eco quelle di Giulia Tempesta, collega di partito e di consiglio che insieme a Zannola ribadisce la necessità di un tavolo permanente “sulle problematiche di Tor Bella Monaca coinvolgendo tutte le realtà territoriali per co-progettare interventi utili al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti”. Diretta la polemica alla sindaca Raggi: “In questi mesi ha ridotto il governo della capitale ad uno show quotidiano. In occasione della muratura insieme alla delegata Federica Angeli raccontavano che: 'non potevamo rimanere indifferenti, abbiamo dato avvio alle operazioni di bonifica e la grotta è stata chiusa con tufo e cemento'. Se questo è il contrasto allo spaccio, se queste sono le politiche per rigenerare le periferie della città, evidentemente siamo in presenza del totale fallimento di una giunta in cerca di consenso elettorale, ma non in cerca di rispondere alle esigenze della città” ha tuonato Zannola.

A commentare le conseguenze emerse con la chiusura del buco anche Nella Coverti, assemblea nazionale del Pd: “Murare il grottino del buco è solo becera propaganda fatta sulla pelle dei più fragili. Chi pensava di risolvere il problema della droga a Tor Bella Monaca con qualche mattone non ha ottenuto alcun risultato degno di stima. Gli operatori della Fondazione Villa Maraini spiegano molto bene gli effetti dello show messo in scena dall’amministrazione. L’intervento spot non aveva previsto neanche un minimo coinvolgimento di quei soggetti che veramente conoscono il problema ed il territorio e che, a differenza di un’amministrazione latitante che sembra più preoccuparsi di nascondere gli ultimi che di aiutarli, trattano i tossicomani come esseri umani e non pensano di poterli “guarire e redimere” a suon di ruspe. Il solito atto da campagna elettorale. Una propaganda fatta sulla pelle dei più fragili”.

Non è mancato il commento dell’Associazione Bella Vera di via dell’Archeologia, presente alla riunione di dicembre per chiedere insieme ad altre realtà sociali del territorio l’istituzione di un tavolo. “Un intervento che, come al solito, ha dimostrato la totale noncuranza nei confronti dei grandi abbandonati della nostra società: i tossicodipendenti. Mi dispiace come si continui a non capire che un territorio così eterogeneo e complesso come il nostro necessita di obiettivi ed interventi realmente condivisi con tutti – ha detto Caterina Ingrassia - In primis con tutte quelle realtà che si impegnano sui territori ad arginare questi fenomeni lavorando per l’inclusione e combattendo davvero per la rivalutazione delle periferie e contro l’illegalità”.

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