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Tor Bella Monaca Tor Bella Monaca / Via del Fuoco Sacro

Tor Bella Monaca, 150 artisti disegnano sui muri del quartiere. Tra loro anche Geco

L'evento è stato realizzato nell'ambito del progetto 'Coloronda'. Alla 'chiamata' ha risposto anche il fumettista Zerocalcare

Circa 150 i writer che la scorsa domenica hanno risposto alla chiamata de El Chentro di largo Mengaroni e hanno colorato i muri di alcune delle strade di Tor Bella Monaca. L’iniziativa è inserita all’interno del progetto denominato ‘Coloronda’ che il centro sociale di largo Mengaroni sta portando avanti da due anni anche nelle scuole del territorio e che di recente ha avuto il patrocinio del sesto municipio. All’appuntamento hanno preso parte anche GECO e Zerocalcare. “Ci vorrebbe una ‘Coloronda’ in ogni municipio affinché ci sia libertà di espressione” ha commentato a margine dell’evento Mario Cecchetti, responsabile del centro sociale di Tor Bella Monaca e promotore dell’iniziativa.

Perché GECO a Tor Bella Monaca

Nonostante si lavorasse ai preparativi di questa giornata già da molti mesi con l’obiettivo di dare a ogni partecipante una porzione di muro da colorare, non sono mancati riferimenti anche a fatti più recenti avvenuti nella capitale come l’identificazione e la denuncia a GECO, noto writer che da decenni lascia la sua firma a caratteri cubitali sui muri di Roma. E così quando la notizia dell’evento a Tor Bella Monaca ha iniziato a girare, in tanti hanno partecipato cogliendo l’occasione per manifestare il proprio dissenso nei confronti del trattamento riservato a GECO e, più in generale, per contestare la legge 639 che punisce chi ‘imbratta’ i muri. Per questa ragione, in alcuni graffiti è comparsa la scritta #freegeco.

Coloronda come libertà di espressione

Dalle scuole alle strade. ‘Coloronda’, progetto nato all’interno del centro sociale di largo Mengaroni, da due anni ha come obiettivo quello di ‘colorare’ per l’appunto alcuni ‘angoli bui’ del quartiere Tor Bella Monaca avvalendosi dell’apporto di protagonisti d’eccezione: i bambini. Già perché sono proprio i più piccoli abitanti del quartiere che nelle rispettive scuole hanno dato le prime ‘pennellate’ sui muri. “Per noi ‘coloronda’ è libertà di espressione – ha spiegato Mario Cecchetti del centro sociale di largo Mengaroni -  Il nostro intento è sviluppare la street art da basso nei processi di rigenerazione urbana, coinvolgendo in primis le scuole e ancora gli artisti del territorio”.

La polemica GECO (ma non per tutti)

Il fatto che sui muri di Tor Bella Monaca, da via Casilina a via del Fuoco Sacro fossero stati disegnati gechi o scritte #freegeco, ha ‘spaventato’ parte dell’amministrazione municipale che sobillata da alcuni cittadini ha temuto che questi graffiti fossero un oltraggio alla sindaca. Già perché ricordiamo tutti come Virginia Raggi abbia annunciato con particolare enfasi l’identificazione di GECO da parte delle forze dell'ordine. “Quando abbiamo invitato gli artisti a Tor Bella – ha aggiunto Cecchetti del centro sociale – Abbiamo imposto che non venissero realizzate scritte offensive o insulti sui muri e che tutti, alla fine del lavoro, riportassero via le loro cose. E così è stato. Non abbiamo offeso nessuno”.

Ozee: "Domenica abbiamo ricordato DEST"

Assolutamente disinteressati alla ‘questione Geco’ anche Ozee e i suoi amici: un collettivo di ragazze e ragazzi che hanno voluto usare la strada e l’arte per ricordare un loro amico scomparso da qualche anno. “A Tor Bella Monaca sono nato a cresciuto – ha spiegato Ozee raggiunto dal nostro giornale – E ho sempre partecipato con entusiasmo alle iniziative del centro sociale e in questa occasione ho disegnato, insieme ad altri amici, il tag di Dest (la sua firma) nel piazzale, vogliamo ricordarlo ogni volta che ne abbiamo occasione. Non eravamo lì per Geco e non ci interessa la questione”.

Al netto delle polemiche, ormai routine a Tor Bella Monaca da alcuni mesi per qualsiasi cosa avvenga in quartiere, quello che rimane, all’indomani dell’appuntamento targato ‘coloronda’ è il desiderio di rendere meno opachi i muri del quartiere e di dare colore al grigio delle periferie attraverso l'arte che, a quanto pare, va bene a fasi alterne. Insomma, sui muri dei palazzi si e sui muri anonimi delle strade no.

(Video Dest - di Ozee)

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