rotate-mobile
Tor Bella Monaca Torre Angela / Viale Duilio Cambellotti

Tor Bella Monaca: stalking, l‘appello alle istituzioni di “CivitasNoProfit”

L'associazione da quattro anni ha attivato uno sportello dedicato alle donne e all'imprenditoria. "In merito allo stalking, vogliamo rappresentare un 'cuscinetto' tra famiglie e amministrazioni", spiega il presidente Gianni Gallo

Nata circa 4 anni fa per aiutare le donne nel mondo dell’imprenditoria, l’associazione “CivitasNoProfit” di Tor Bella Monaca è diventata oggi un punto di riferimento per le vittime di stalking del VI Municipio e di tutta Roma.
“Abbiamo attivato uno sportello che offriva un servizio finanziario per agevolare l’accesso al credito da parte delle donne – spiega Gianni Gallo, presidente dell’associazione ed ex responsabile della Caserma di Polizia che, anni fa, era attiva nel Centro Commericiale “Le Torri” di Tor Bella Monaca –. Siamo operativi in VI Municipio da 3 anni. Lo staff è composto da 4 persone: il mio collega Gaetano Felice, ex sovrintendente capo della Polizia di Stato e vicepresidente dell’associazione, la dott.ssa Barbara Di Bello, criminologa e l’avvocato Teresa Molinaro. Inoltre ci avvaliamo del supporto di psicologi e altri colleghi e facciamo parte della Consulta femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio.

Il fenomeno dello stalking è emerso con il tempo nell’ambito delle nostre attività: forniamo alle donne gli strumenti per renderle consapevoli della situazione e le seguiamo, passo dopo passo, lungo l’iter, indirizzandole verso le Forze dell’Ordine. In questi casi è fondamentale la tempestività. La violenza imprigiona la vittima, che ha paura e, con difficoltà, parla della sua esperienza. Noi cerchiamo di abbattere questa diffidenza”.

“È difficile per le donne denunciare – precisa la dott.sa Di Bello  –, perché esiste un clima di diffidenza nei confronti delle istituzioni e la legge approvata nel 2009, che è ancora lacunosa, è ancora poco conosciuta. Noi consigliamo sempre di evitare il confronto diretto con lo stalker, perché è un soggetto pericoloso a livello sociale. Quando si tratta di un ex marito, ad esempio, le donne hanno paura che venga scatenata una violenza contro i figli. È importante l’educazione delle bambine e delle donne: le famiglie, le scuole, le associazioni e le istituzioni devono far comprendere quali siano i segnali di pericolo. E poi, nelle periferie spesso notiamo un vero e proprio ‘vuoto culturale’”. vol civ-2

“La nostra associazione intende lanciare un appello alle istituzioni perché lo stalking è un fenomeno molto radicato nel VI Municipio – prosegue Gallo –: il presidente dell’istituzione periferica, Marco Scipioni, è molto vicino a questo problema e, pertanto, desideriamo collaborare con lui per aiutare le donne in difficoltà, rappresentando un cuscinetto tra famiglie e amministrazioni, grazie alle professionalità di cui disponiamo. Le leggi esistenti non ci aiutano: i colleghi lavorano con difficoltà e le pene sono spesso irrisorie”.

“Prima della ‘Legge Carfagna’ esisteva un vuoto legislativo e lo stalking non era un reato conclude Teresa Molinaro, che ha fatto un corso di aggiornamento con ‘Telefono Rosa’ –. L’ultimo decreto è attualmente in itinere. Serve, a mio avviso, una struttura di accoglienza e di protezione della donna, non si deve arrivare all’omicidio. In  Austria, addirittura, hanno costruito un centro di recupero per uomini violenti. In Italia i dati non sono reali, perché bisogna sempre fare i conti con il ‘buco nero’ delle donne che non denunciano. Pochi giorni fa, una ragazza, Ilaria Pagliaruolo, è morta per mano del suo convivente, per aver ricevuto due pallottole, a distanza di poche ore, in un fianco. L’altro giorno ho ascoltato la storia di una ventenne che spesso viene schiaffeggiata dal fidanzato. Lei diceva: “Vabbè, ma lui mi ama”. Ecco la forma di giustificazione di fronte alla violenza”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tor Bella Monaca: stalking, l‘appello alle istituzioni di “CivitasNoProfit”

RomaToday è in caricamento