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Martedì, 6 Giugno 2023
Tor Bella Monaca Tor Bella Monaca / Viale Paolo Ferdinando Quaglia

A Tor Bella Monaca riapre Adenlandia

L’ultimo baluardo antispaccio del quartiere, costretto alla chiusura nel gennaio del 2020

“Ho smesso di piangere mezz’ora fa, sono felicissima”. Risponde così, alla nostra telefonata, Denise dell’Acqua proprietaria del parco giochi ‘Adelandia’ di Tor Bella Monaca che, a gennaio dello scorso anno, ha visto chiudere la sua attività, dopo 37 anni. Esultano tutti per il traguardo raggiunto, annunciato da Federica Angeli, delegata alle periferie della sindaca Raggi, dalle sue pagine Facebook “Adelandia è salva. Ci siamo riusciti”.

Il parco giochi, baluardo antispaccio del quartiere

Chi vive a Tor Bella Monaca sa che Adelandia non è solo un parco giochi, sa che il valore sociale dello spazio è concreto e tangibile, non a caso è stato considerato come baluardo antispaccio del quartiere. Sulle giostrine di via Quaglia, all’incrocio con viale Santa Rita da Cascia, sono cresciute intere generazioni. Non è un caso, quindi, che la chiusura di un anno fa, abbia smosso gli animi: immediato l’avvio di tre petizioni e una raccolta fondi.

Dalla notifica di sgombero alla chiusura

Ma andiamo con ordine. Prima che a gennaio 2020 il lucchetto al cancello venisse chiuso definitivamente, nell’ottobre dell’anno prima, a Denise era stato notificato lo sgombero che sarebbe avvenuto di lì a poco se la struttura non fosse stata ‘messa in regola entro due mesi’.  A innescare la travagliata vicenda, una richiesta della commissione commercio alla polizia municipale di mappare le aree giochi con i gonfiabili presenti sul territorio e capirne lo stato giuridico: in quella occasione, su Adelandia non furono trovati i permessi necessari. Roberto Dell’Acqua, papà di Denise scomparso di recente, aveva vinto 37 anni fa, un bando comunale e aveva iniziato a dar vita al parco giochi, dedicandolo a sua moglie. Ma quell’iter di assegnazione non fu mai completato dal Comune.  

L'iter che ha portato alla riapertura del parco giochi

Dopo alcuni interventi strutturali, chiesti dal Comune, ‘Adelandia’ però non ha riaperto e lo sconforto ha iniziato a corrodere le vite di Denise e della sua famiglia “Avrei smontato tutto a fine mese se oggi non avessi ricevuto questa notizia” ha detto al nostro giornale Denise. Da novembre del 2019, un susseguirsi di mozioni, riunioni di commissione, ordini del giorno al Municipio (come la commissione congiunta chiesta dal consigliere Nanni), come al Comune: per tutti Adelandia doveva riaprire ma i cancelli continuavano a rimanere chiusi. 

È la delegata alle periferie a spiegare come si è arrivati al lieto fine. “Eravamo in attesa del parere dell’avvocatura, i punti a favore della riapertura sono stati il pubblico interesse del luogo, l’occupazione del suolo pubblico concessa dal municipio, la regolarità dei pagamenti da parte della famiglia dell’Acqua, seppur abusivo a causa del mancato completamento dell’iter”. Sulla base della delibera 107 e per questi tre motivi, la situazione è stata sbloccata. Ma cosa succede adesso? La determina dirigenziale scritta per l’occasione, concede la proroga fino al 31 dicembre del 2021. “A metà anno sarà pubblicato un bando per l’assegnazione definitiva dello spazio e i requisiti terranno conto dello storico” ha anticipato Angeli.

La commozione di Denise Dell'Acqua: "Ringrazio tutti"

Finalmente il parco giochi può riaprire non appena si rifarà il look. “Ho bisogno di qualche giorno – ha detto Denise – Poi faremo una grande festa. Quello che mi ha fatto più male è che dal Comune hanno deciso della mia vita senza sapere neppure chi fossi”. E infine i ringraziamenti: “Da Federica Angeli, che se anche non fosse riuscita a risolvere, almeno è venuta da noi, ai consiglieri Dario Nanni e Valter Mastrangeli per le loro battaglie, alle consigliere comunali Ficcardi e Celli, all’associazione dei giostrai, a Mario del centro sociale che mi ha seguita passo dopo passo, e a Roma Today, per avermi dato voce anche nei periodi di stallo”. “E’ una vittoria di tutti” ha commentato Mario Cecchetti (centro sociale di largo Mengaroni), in compagnia di Denise quando l'abbiamo raggiunta per l’intervista.

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