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Torri Ponte di Nona / Via Luigi Gastinelli

Gabrielli e il no alle ronde. La replica dei comitati: "Facciamo solo vigilanza"

"Non siamo ronde, solo vigilanza", così, le associazioni di Roma Est che controllano il territorio notte e giorno, replicano alle dichiarazioni del Prefetto Gabrielli

Da sempre si sono opposti alla parola "ronde". L'hanno avversata, allontanata, consci del fatto che l'etichetta spaventa istituzioni e opinione pubblica e, forse, anche loro stessi. Ieri però il Prefetto Franco Gabrielli, in visita a Tor Bella Monaca, ha rotto l'incantesimo ed ha portato nel municipio delle Torri la parola tanto temuta: ronde. E le parole usate non sono state tenere: "Sono allergico al termine ronde". In tanti hanno applaudito, qualcuno ha esultato sui social, qualcun altro invece ha protestato, invitando provocatoriamente il Prefetto a prendere un antistaminico. Chiaro il riferimento di Gabrielli al fenomeno che partito da Ponte di Nona, si sta allargando a Corcolle e Colle degli Abeti. Ma come rispondono i diretti interessati al Prefetto? RomaToday ha chiesto loro un parere. Eccoli nel dettaglio.

PONTE DI NONA - "Ci dissociamo dal termine 'ronde', non rispecchia il nostro ruolo" - esordisce Franco Pirina, presidente del Caop di Ponte di Nona. "Il nostro ruolo consiste nel vigilare tra le strade del quartiere, di giorno come di notte, e di segnalare alle autorità preposte movimenti o persone che consideriamo sospetti" - poi continua - "Bollarci come ronde è assurdo, offriamo, in maniera del tutto gratuita, un servizio di vigilanza al territorio". Sbaglia chi pensa che i cittadini agiscano in maniera arbitraria, come spiega ancora Pirina: "Abbiamo uno statuto di ferro, non possiamo intervenire, non scendiamo neppure dalle nostre auto. Quando notiamo cose sospette allertiamo subito le forze dell'ordine". Il Caop di Ponte di Nona, inoltre, svolge anche servizio di accompagnamento a donne sole che rincasano tardi. "Molte donne giovani ci chiamano per essere scortate a casa durante le ore notturne, una volta - ricorda Pirina - una signora, per ringraziarci, ha lanciato una rosa dal balcone". 

CORCOLLE - "Non siamo ronde. Cercano di strumentalizzare il nostro lavoro". Così a Roma Today, Marco Di Giuseppe, presidente del neonato C.O.R.C. nel quartiere Corcolle. "Non abbiamo nessuna intenzione di creare danni al quartiere" e sul carattere etico e deontologico dei gruppo di controllo, Di Giuseppe spiega: "Tutti gli associati, al momento dell'iscrizione, prendono atto di un regolamento che non può essere violato: non è possibile scendere dall'auto, è assolutamente vietato portare armi di alcun genere e non si possono violare le norme del codice stradale". Di Giuseppe conclude: "Il nostro compito è solo quello di allertare le forze dell'ordine".

COLLE DEGLI ABETI - "Invito il Prefetto ad unirsi a noi in una notte di vigilanza, così vedrà qual è il nostro ruolo" - commenta Marco Estasio, consigliere speciale del Caop di Colle degli Abeti. "Vigiliamo il territorio a titolo volontario per difendere i nostri beni" - continua Estasio - "La realtà del quadrante di Roma Est è molto delicata, siamo tra il campo rom di via di Salone e la zona di Ponte di Nona Vecchio, siamo oggetto di guadagno facile" e riportando un esempio conclude: "La scorsa notte, subito dopo il nostro rientro, nel quartiere si sono verificati furti di ogni genere. Allora serve il controllo?"

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