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Ponte di Nona Settecamini / Via di Salone

Campo rom di via di Salone: sopralluogo della Commissione Servizi Sociali

Ieri mattina i componenti dell'organo municipale si sono recati nel villaggio attrezzato. "Finché i roghi continuano, non è possibile andare incontro alle richieste delle diverse comunità", precisa Daniele Grasso (Pd)

I componenti della Commissione Servizi sociali e Sanità del VI Municipio, ieri mattina, hanno effettuato un sopralluogo al campo rom di via di Salone.
“Ci siamo recati a Salone per avere un confronto diretto con le diverse comunità rom e per vedere la situazione con i nostri occhi – ha spiegato Daniele Grasso (Pd), presidente dell'organo municipale –. Ci hanno confermato che i fumi tossici sono iniziati con il trasferimento dei nomadi da Casilino 900: Antonio Di Maggio, vice comandante della Polizia municipale di Roma Capitale, ci aveva detto di essere stato sempre contrario a quello spostamento. Nel villaggio gli spazi sono ridotti, anche tra i diversi container. Abbiamo parlato sia con la comunità dei serbi, quella che da più tempo si trova nel villaggio, sia con quella romena che con la bosniaca. I rom ci hanno spiegato che le etnie sono molto divise tra loro: nel campo esiste un individualismo molto forte, anche all’interno delle singole famiglie. daniele-grasso-2

Sembra che le principali responsabilità rispetto agli incendi siano della comunità bosniaca, che si rifornisce da carrozzieri, elettrauto, gommisti e dalla pulizia delle cantine. Tengo a ribadire che parliamo di un mercato che parte da cittadini italiani. Una parte di questi rifiuti speciali viene riciclata, come il ferro, la maggioranza però viene bruciata. Abbiamo notato la presenza di molti calcinacci a terra, tra i mucchi. Le comunità hanno affermato che la mancanza di reddito dei nomadi provoca i fumi. Tuttavia molti rom si sono lamentati per questa situazione: una signora ha spiegato di avere la bambina piccola con la bronchite a causa dei continui incendi. Altri ancora ci hanno chiesto di interpellare l’Ama per avere nuovi container in cui gettare i rifiuti che non servono più, ma, in questo senso ‘la strada è stretta’ per ovvie ragioni. Le comunità vorrebbero avere la possibilità di fare anche un mercato.

Tuttavia, se gli incendi continuano, i rom rischiano molto: i cittadini oggi sono esasperati, ma non hanno mai considerato un problema il campo nomadi di Salone fino alla comparsa dei roghi. Finché i roghi continuano, non possiamo andare incontro alle richieste delle diverse comunità o pensare ad un progetto-lavoro. Hanno chiesto di rinnovare le cariche dei rappresentanti del villaggio attrezzato, perché non sono più valide da 2 anni e quindi non esistono attualmente autorità riconosciute all’interno della struttura. Rifare le cariche mi sembra una scelta opportuna, al fine di attuare una collaborazione.
Faremo i nostri passi con l’Ama e il V Dipartimento. Vogliamo alzare il livello e portare la questione al Comune di Roma: il Municipio non ha i mezzi per intervenire. Chiederemo inoltre di intensificare l’azione di repressione a partire dall’origine degli incendi”.

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