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Ponte di Nona Centro Storico / Via Carlo Severini

Campi nomadi, non paga baracca e rapiscono figlio: un arresto e una denuncia

Il fatto è avvenuto nel campo di via Severini. A finire in manette una 32enne rumena. Ha rapito e nascosto un bimbo di 18 mesi. Denunciato per concorso in reato un altro rumeno che gestiva il racket. Il bimbo sta bene

Una romena 32enne è stata arrestata per aver rapito il figlio di un suo cannazionale e averlo nascosto all'interno della sua baracca nel campo nomadi di via Severini. Si tratta di un bambino di 18 mesi rapito perché il padre si è rifiutato di pagare il pizzo sulla baracca al capo del racket. Il cittadino rumeno per 40 euro aveva acquistato la "baracca" da un connazionale che era tornato in patria, ma quando il capo del campo si è presentato da lui, pretendendo 300 euro per "l'affitto", la vittima, un 21enne romeno, ha opposto un secco rifiuto.

E' stato perciò picchiato brutalmente dal "capo", che lo ha addirittura preso a morsi al torace, mentre continuava a minacciarlo. Contestualmente, T.N., 32enne romena, d'accordo col il "capo", ha rapito il figlio della vittima, nascondendolo all'interno della sua baracca. L'uomo ha provato a riprendersi il bambino, ma i sequestratori gli hanno intimato di consegnarli quanto da loro richiesto, altrimenti avrebbero venduto il figlio ad un'altra coppia di un altro campo.

Il 21enne ha così deciso di chiamare il 113 e di chiedere aiuto alla polizia. All'arrivo degli agenti del Commissariato Prenestino, diretto dal dott. Fabrizio Calzoni, T.N. ha lasciato cadere il piccolo di appena 18 mesi a terra. In lacrime, sporco ed impaurito, ma fortunatamente illeso, il bimbo è stato subito preso e confortato dagli agenti e quindi dal padre. Nell'immediatezza gli agenti sono riusciti quindi a bloccare la donna responsabile del sequestro del bambino, che, una volta accompagnata in ufficio, è stata poi arrestata.

Il "capo", invece, inizialmente aveva fatto perdere le proprie tracce. Dopo alcune ore di ricerche nelle aree limitrofe, gli agenti sono però riusciti a rintracciarlo. Accompagnato in ufficio, per lui è scattata la denuncia in stato di libertà per concorso nel reato.

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