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Ponte di Nona Ponte di Nona / Via Piero Corti

Ponte di Nona, "mancano i cassonetti per la raccolta": la differenziata è un flop

Punti di raccolta insufficienti,"rovistatori" e discariche abusive: a Ponte di Nona la differenziata non è mai decollata

Nonostante i dati ufficiali parlano di un 50,8 % di scarti correttamente smaltiti, la raccolta differenziata in alcuni quartieri del Municipio delle Torri stenta a decollare. È il caso di Ponte di Nona dove nell’ottobre scorso è stato introdotto il sistema a cinque frazioni con raccolta stradale, proprio mentre buona parte del Municipio partiva con la sperimentazione del porta a porta.

Un copione che si è riproposto all’interno dello stesso quartiere dove alcune strade sono servite da un sistema di raccolta condominiale e in altre si continua a smaltire tutto nei cassonetti. La scelta del sistema misto però non sembra aver avuto fortuna. 

PORTA A PORTA - Un primo problema è causato dal fatto che Ponte di Nona è un quartiere di passaggio per molti abitanti interessati dal porta a porta i quali, evidentemente, piuttosto che cimentarsi nella differenziata preferiscono caricare i propri sacchetti in auto e abbandonarli accanto alla decine di sacchetti che strabordano dai cassonetti.   

"In alcune zone la situazione è paradossale - ci spiega Franco Pirina del Caop Ponte di Nona -. Se in via Piero Corti, ad esempio, ci sono i cassonetti per la raccolta stradale, a poche centinaia di metri c'è il porta a porta. Chi l'ha pensata in questa maniera merita una medaglia d'incompetenza totale!".
 
PUNTI RACCOLTA - Altro discorso per il sistema di raccolta stradale. Con l'avvio del porta a porta il Campidoglio aveva promesso un potenziamento del servizio ma qui non ce n'è traccia. In molte strade i cassonetti continuano ad essere insufficienti e spesso un solo punto di raccolta deve servire le esigenze di centinaia di famiglie.

Non di rado accanto ai cassonetti si accumula una quantità di rifiuti impressionante. "Spesso già qualche ora dopo il passaggio degli uomini dell’Ama la situazione si ripresenta uguale ed identica - afferma Tirina. - Gli operatori dell’Ama fanno gli straordinari, ma è il servizio ad essere male organizzato". 

DISCARICHE E ROVISTATORI - Al disastro attuale contribuiscono poi alcuni problemi di piccola criminalità che aumentano la sensazione di degrado e finiscono per disincentivare anche chi avrebbe buone intenzioni. Come la pratica del "rovistaggio" di cui sarebbero responsabili gruppi di nomadi provenienti dai vicini campi rom e i rifugiati ospitati nell’ex hotel di via Grappelli. "Non appena i cassonetti si riempiono arrivano a setacciare l’immondizia. E quando vanno via si lasciano dietro un disastro".

E poi c’è il problema delle discariche abusive legato al business gestito da numerose ditte di sgomberi e imprese di ristrutturazione. Come in via delle Cerquete (foto in basso), dove lo scenario è da quarto mondo nonostante la presenza di palazzi abitati a pochi metri. 

Via Cerquete-2

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