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Ponte di Nona San Giovanni / Via Caltagirone

Ponte di Nona: un’estate di vigilanza per l’Associazione Volontari Sicurezza

L'Avs continua a svolgere nel quartiere attività di "osservazione", allertando le Forze dell'Ordine in caso di pericolo. Franco Pirina: "A settembre faremo una manifestazione pacifica contro il degrado e l'illegalità"

Scendono ogni notte lungo le strade di Ponte di Nona per segnalare fenomeni di microcriminalità e delinquenza: i membri dell’Avs (Associazione Volontari Sicurezza), sono semplici residenti: lavoratori, che vigilano sulla tranquillità del quartiere per svolgere attività di “osservazione” e allertare, in caso di pericolo, le Forze dell’Ordine.

“Abbiamo costituito questa associazione 4 mesi fa – spiega il presidente Franco Pirina –. Siamo una quindicina di cittadini che girano a turno lungo le strade del quartiere, anche durante le ore notturne. Il problema principale è quello dei nomadi, responsabili dei roghi. Nel buio non rovistano solo all’interno dei cassonetti: siamo riusciti a sventare anche qualche furto in abitazione e recentemente in una cabina Acea, allertando le Forze dell’Ordine, con le quali abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione. pirina-2

Abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica perché i rom calano minori di 7-8 anni all’interno dei secchioni dell’immondizia, alla ricerca di rifiuti. Il campo nomadi di Salone è stato dichiarato pericolosissimo dalla Polizia di Roma Capitale, anche a causa dei suoi componenti: il censimento è saltato e l’area è fuori controllo.

Dopo ogni ‘uscita’ elaboriamo un comunicato stampa e lo diffondiamo sul web per raccontare la situazione del quartiere. Da quando siamo ‘scesi in campo’ a Ponte di Nona sono diminuiti i furti: prima i malviventi colpivano auto posteggiate, negozi, appartamenti. Tuttavia non interveniamo mai nelle fattispecie criminali, se non a difesa delle Forze dell’Ordine.

Per settembre stiamo organizzando una manifestazione pacifica contro il degrado e l’illegalità non solo contro il problema del campo nomadi, ma anche contro le occupazioni degli appartamenti: un atto che non può essere condiviso, per rispetto di chi oggi, con molti sacrifici, paga un mutuo per comprare una casa”.

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