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Ponte di Nona Ponte di Nona / Via Piero Corti

Colle degli Abeti, due famiglie rom sgomberate da uno stabile di via Corti

L'intervento delle forze dell'ordine dopo la denuncia dei residenti. Il CdQ: "Ora riqualificare l'immobile"

Ore di concitazione a Colle degli Abeti in seguito all’occupazione di alcuni container da parte di due famiglie di nomadi. Ieri, dopo le denunce dei residenti, le forze dell’ordine sono intervenute in via Piero Corti per intimare agli occupanti di abbandonare gli immobili occupati. Si tratta di alcuni prefabbricati situati all’esterno di un centro commerciale mai ultimato a casa del fallimento della ditta che aveva in carico l’opera, la Di Veroli.

L’OCCUPAZIONE - In realtà, come ci spiega Marco, un residente di Colle degli Abeti, l’occupazione risalirebbe a diversi mesi addietro, "ma ce ne siamo accorti solo dopo aver notato la spazzatura sui marciapiedi e del fumo provenire dagli stabili occupati". Da qui la segnalazione alle forze dell’ordine. "La nostra preoccupazione - aggiunge - era che l’accampamento si allargasse, fino ad occupare anche il centro commerciale. Viviamo già in una zona abbandonata e piena di bambini, non possiamo permetterci di aggiungere degrado al degrado".

LO STABILE - Dopo il fallimento della Di Veroli quello che doveva diventare un centro commerciale si è trasformato nell’ennesima cattedrale del deserto. Già in passato il comitato di quartiere ne aveva chiesto la riqualificazione in quanto, precisa il Presidente Federico Verdicchio,  "sarà sempre a rischio occupazione se non verrà ultimato e preso in carico dal Comune di Roma o da altro soggetto interessato. In un territorio povero di servizi come è il nostro - aggiunge Verdicchio - di utilizzi a beneficio della collettività ce ne sarebbero in quantità". 

LE PROPOSTE - Il comitato ne elenca alcuni: una caserma di Polizia, uno spazio polifunzionale, un mercato coperto, un deposito dell’Ama o una scuola. "Si tratta di proposte che abbiamo già fatto tante volte - polemizza Marco - e nessuno ci ha dato ascolto. Per la scuola ci hanno risposto che ci sarebbero problemi con il cambio di destinazione d’uso. Siamo in un quartiere dove tantissimi bambini sono in lista d’attesa ma ogni proposta di buon senso va a sbattere contro la burocrazia".   

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