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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ponte di Nona Ponte di Nona / Via di Salone

Campo nomadi via Salone: bambini in condizioni precarie

Minori spesso lasciati incustoditi in ambienti malsani e insicuri. Alcuni erano rimasti anche vittime di incidenti subendo lesioni. Emessi provvedimenti dal Tribunale dei Minori

E' iniziato stamattina alle 6 un intervento, effettuato da 20 agentid el Coordinamento Operativo Controllo dei Campi Nomadi della Polizia Municipale, all'interno del campo nomadi di via Salone.

L'intervento è stato indirizzato a verificare le condizioni di vita dei bambini presenti nel campo, infatti, i servizi sociali dell’VIII municipio avevano segnalato condizioni di estrema precarietà nelle quali alcune famiglie tenevano i propri figli. I minori venivano spesso lasciati incustoditi in ambienti malsani e insicuri. Alcuni erano rimasti anche vittime di incidenti subendo lesioni che il più delle volte non venivano neanche denunciate. Nel corso delle precedenti verifiche i bambini erano apparsi trascurati nell’igiene e nel vestiario nonostante i nuclei familiari rientrassero in un programma di assistenza da parte del Dipartimento delle Politiche Sociali.

Per questo il tribunale dei minori ha emesso tre provvedimenti finalizzati al rintraccio di altrettanti minori. Uno dei tre era già fuggito dalla struttura protetta cui era stato destinato oltre un anno fa. Il secondo è stato intercettato all’uscita del campo mentre la madre tentava di sottrarlo agli agenti durante il controllo. La giovane madre, secondo l’Autorità Giudiziaria, oltre a essere gravata da precedenti penali, non appare in grado di svolgere la potestà genitoriale, mentre il padre risulta attualmente detenuto. L’ultimo dei tre minori, un neonato di soli sei mesi, era stato nascosto all’interno di un container fatiscente pieno di rifiuti organici che rendevano l’ambiente irrespirabile. Nel corso degli accertamenti sono stati trovati referti di pronto soccorso che certificavano diversi traumi cranici subiti dal piccolo a dimostrazione dell’incuria dei genitori, entrambi bosniaci, che sono stati denunciati. Padre e madre, al fine di sottrarsi agli obblighi di legge, all’atto della nascita avevano indicato il bambino come nato da altra famiglia. È presumibile che con questo stratagemma il piccolo potesse venire impiegato nell’accattonaggio senza rischi per loro.

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