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Torri Via di San Vittorino

LETTORE: Discarica Corcolle, il no arriva anche dai mineralogisti

L'attenta analisi di un minerologo che mette in risalto la presenza nella cava individuata da Pecoraro nel versante prenestino di geodi uniche al mondo che l'hanno resa celebre tra gli studiosi del settore

Un'attenta analisi. Una descrizione muniziosa del terreno e dei minerali. Alla quale si aggiunge una piccola cronistoria sul cambiamento di destinazione. A scriverla un lettore, che allarga la corrente dei 'No' alla possibile discarica di Corcolle - San Vittorino al mondo della mimeralogia citando un altro fattore escludente: la presenza di splendidi geodi uniche nel loro genere e per questo famoste tra i mineralogisti di tutto il mondo: "La cava di Corcolle - scrive - è situata nella zona nord-orientale del complesso vulcanico dei Colli Albani ed è raggiungibile dalla via Prenestina. La cava è famosa tra i mineralogisti di tutto il mondo per le splendide geodi che si rinvengono nella pozzolana, geodi ricche di mineralizzazioni a ludwigite e a svariati altri minerali di indubbio interesse scientifico presenti nei "proietti mineralizzati" che si trovano nella colata piroclastica oggetto dellla coltivazione mineraria della pozzolana. L'estremo interesse scientifico di questa cava è dovuto alle geodi incluse nella pozzolana e ai minerali in esse contenuti che ne fanno 'un unicum' a livello mondiale. I lavori di coltivazione della cava portavano continuamente alla luce numerose geodi di dimensioni che vanno da pochi centimetri sino ad oltre 40. Sui fronti della cava dette geodi sono facilmente identificabili per essere circoscritte da una crosta dura e biancastra formata da calcite e fluorite che cementa materiale pozzolanico".

ORIGINE DELLE GEODI: Analisi del lettore che spiega dettagliatamente come si sono formate queste geodi ed altri minerali: "L'origine di dette geodi sembra da attribuirsi all'azione di emanazioni gassose fluo-borifere e ferrifere e alle successive reazioni chimiche operate su inclusi calcarei e dolomitici strappati alle formazioni sedimentarie e trascinati in superfice dai processi vulcanici. Dette reazioni hanno provocato il parziale o totale riassorbimento degli inclusi, dando origine ad alcune particolari e peculiari associazioni mineralogiche. Il riassorbimento degli inclusi dolomitici, e la conseguente liberazionedel magnesio in essi contenuto, ha dato origine alla formazione di ludwigite e magnesioferrite; tale associazione è una delle caratteristiche fondamentali delle geodi in questione. Nei blocchi calcarei, privi o con scarse quantità di magnesio, le azioni metasomatiche hanno invece portato alla formazione di fluorite, che sotto forma di croste o millimetrici cristalli cubici trasparenti tappezza l' nterno di queste geodi. Altri minerali rinvenuti nelle geodi sono: hercinite, calcite, idromagnesite, magnetite, spinello pleonasto, forsterite. Oltre le geodi nelle pozzolane si trovano numerosi 'proietti' costituiti da blocchi di tufo e di basalto e più raramente 'proietti leucitici, metamorfici-pirossenici, proietti metamorfici-pirossenici e micacei. In questi 'proietti' si rinvengono con una certa frequenza i seguenti minerali: leucite, apatite, kaliofilite,magnetite, granato andradite, hauyna, nefelina, perowskite, pirosseno, forsterite, spinello pleonasto, melilite, flogopite,biotite, vesuvianite, lazurite, augite, cabasite, ettringite, gesso, gismondina, goethite, kalsilite, maghemite, phillipsitethomsonite, wollastonite".

LA CAVA: Una lettera che oltre all'aspetto tecnico della minerologia fornisce anche una piccola descrizione della storia della cava: "La cava ha ripreso l'attività dopo svariati anni di chiusura a causa di divergenze tra la società concessionaria della coltivazione e la proprietà dei terreni. Durante gli anni di fermo di questa cava fu avviata a coltivazione un altra cava distante circa 500 metri da questa e denominata Cava di Porta Neola per la vicinanza a questo arco scavato nel tufo attraversato dalla strada che conduce a San Vittorino. Abbandonata a metà degli anni '90 in questi ultimi anni era stata indicata come in fase di ritombamento con i materiali provenienti dai cantieri della metropolitana di Roma. Anche questa cava ha fornito, anche se in misura minore, diversi campioni di minerali".

DALLA POZZOLANA AGLI INERTI: "Circa tre anni fa - continua il lettore - si cominciò a parlare di utilizzare la cava di Corcolle, una volta esaurita la concessione che prevedeva ancora circa 300.000 metri cubi di pozzolana, di utilizzarla come discarica di inerti, provenienti da sbancamenti e demolizioni dell'area di Roma, e a questo scopo fu inoltrata domanda alla Regione Lazio, da parte della Società concessionaria. La concessione arrivò con notevole anticipo rispetto ai consueti lunghi tempi burocratici che richiedono queste pratiche, tanto che i gestori della cava si trovarono spiazzati da tanta solerzia avendo ancora da scavare parecchie centinaia di migliaia di metri cubi di pozzolana. Presi alla sprovvista spostarono gli impianti di vagliatura e selezione della pozzolana all'esterno dell'area che dovevano adibire a discarica di inerti e iniziarono a realizzare le opere prescritte per questa nuova attività, recinzione totale dell'area e rimodulazione della scarpata verso il fosso spostando migliaia di metri cubi di materiale delle vecchie discariche di servizio della cava.

CAMBIO D'USO: "Nel frattempo - conclude l'analisi - continuarono ad estrarre la pozzolana dalla parte del fronte più distante dal fosso accumulandola all'esterno del recinto e continuando a commercializzarla, contemporaneamente, sempre all'esterno dell'area recintata, sono continuati i lavori propedeutici alla gestione della discarica di inerti. Quindi allo stato attuale delle cose credo che ci sia ancora in essere una concessione mineraria, rilasciata dalla Regione Lazio, una concessione per una discarica di inerti .... trasformata in una concessione per rifiuti soliti urbani".

 

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