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L'iniziativa nell'agro romano / Borghesiana

Ai bordi di Roma il vino che "si fa vedere" anche dai non vedenti

Etichette in lingua dei segni e codice Braille per un'azienda di Torre Jacova

Simone produce vino e Jessica lo rende accessibile a tutti perché la parola d’ordine nella loro azienda a conduzione ‘super familiare’ come hanno specificato i protagonisti di questa storia è: inclusione. Lui è enologo, lei lavora con le disabilità: i due giovani, oltre a fare coppia nella vita, hanno sfruttato le proprie competenze per rimboccarsi le maniche, in pieno lockdown.

La zona è quella di Torre Jacova, nell’agro romano non lontano da Borghesiana, sul territorio del Sesto Municipio. “Mio nonno aveva una cantina, una passione che ho ereditato ma ho messo a punto con lo studio, diventando enologo” ha spiegato Simone Pulcini che ha avviato l’azienda l’anno scorso, in piena emergenza Covid. Un’azione coraggiosa che ha però dei punti di riferimento molto determinati: sostenibilità, rispetto per il territorio, accessibilità. Già perché Simone, in compagnia del suo papà ha di sottrarre all’abbandono terreni agricoli dell’agro romano “Per il recupero del territorio – ha spiegato – Considerato che la superficie in abbandono è in crescita”.  

Ma a rendere singolare l’attività di Simone e Jessica è l’accessibilità a tutti dei loro prodotti. “Stampiamo etichette con il codice Braille per i non vedenti e realizziamo video di promozione anche nella lingua dei segni per coinvolgere tutti, anche chi vive disabilità”. Hanno concluso da: “Crediamo che l’accesso alle informazioni non debba essere precluso a nessuno”.

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