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Via Sant'Alessio in Aspromonte. Il municipio VI batte i pugni: “Continuiamo ad aspettare lo Stato”

Katia Ziantoni, assessora all'ambiente, spiega ai nostri taccuini i ritardi, i silenzi e i soprusi che "ruotano" intorno all'abbandono della via

Sversamenti abusivi, controllo del territorio e prostituzione. Non solo, anche ritardi nella consegna di documenti e di denunce: la discarica a cielo aperto di via Sant’Alessio in Aspromonte, all’interno della quale vengono appiccati roghi anche in pieno giorno (durante i presidi) e di notte, continua ad essere un “caso”. Già, un vero e proprio caso che vede la soluzione sempre più lontana. E questa volta, oltre ai comuni cittadini, esasperati dalla presenza dei cumuli di rifiuti e dei fumi tossici che si sprigionano nell’aria, anche la politica alza la voce e denuncia. Lo fa Katia Ziantoni, assessora all’ambiente della giunta Romanella che ai nostri taccuini ha detto: “Stiamo ancora aspettando lo Stato”. 

Avete chiesto i presidi fissi delle forze dell’ordine. Cosa è cambiato con controlli più serrati?

Abbiamo ottenuto un ordine di servizio, firmato dal comandante Antonio Di Maggio, in cui si dispongono presidi fissi tutti i giorni, dalle 7:30 alle 20:30 e passaggi continui durante la notte ma è evidente che non basti. Via Sant’Alessio in Aspromonte continua a bruciare avvelenando l’aria e la terra in barba ai presidi fissi disposti dal comando centrale dei vigili urbani. L’ultimo rogo è avvenuto venerdì notte e sabato, in pieno giorno. 

Via Sant’Alessio in Aspromonte, come altre zone del Municipio, è stata spesso definita “terra di nessuno”…

Sì, ormai da decenni. Io dico invece che queste terre sono di qualcuno e sono state lasciate nelle mani dell’illegalità nell’assenza totale dello Stato. In questa area, come nella vicina zona di Lago Regillo (Rocca Cencia), su via Carlo Fornara, a Tor Bella Monaca, a Fosso San Giuliano, lo Stato non c’è. A nulla sono serviti gli osservatori Municipali sulla sicurezza, le note inviate alla Prefettura e i tavoli con le forze dell’ordine. 

Che cosa è stato fatto fino ad ora per arginare il fenomeno e trovare una soluzione?

Su Via Sant’Alessio in Aspromonte, da più di un anno, il mio assessorato con l’aiuto delle commissioni Ambiente e Patrimonio ha protocollato denunce, documenti, censimenti e sopralluoghi chiedendo l’intervento degli organi preposti. Da decenni, in tutta l’area, vengono abbandonati e bruciati rifiuti di ogni tipo dai calcinacci, all’eternit, oli esausti, ingombranti e rifiuti ospedalieri. Nel corso di una commissione convocata sul posto è stato trovato all’interno di un’attività cd di legnami uno “svuotacantine” bruciare ingombranti. Presenti sul posto anche i vigili urbani del gruppo VI che, da allora, non hanno notificato i provvedimenti adottati nei confronti dell’azienda. Ma c’è di più: lottizzazioni abusive, prostituzione, attività e depositi di rifiuti irregolari, famiglie rom e attività sospette. Tutto ampiamente denunciato con protocolli da più di un anno senza alcuna risposta.

Cosa accadrà nei prossimi giorni?

La prossima settimana scadono i termini per rispondere alle diffide, inviate dalla Gestione Rifiuti del Dipartimento di Tutela Ambientale, che obbligano i frontisti e proprietari della strada a bonificare l’area. Un procedimento che ha subito notevoli rallentamenti a causa del ritardo nella trasmissione dei documenti da parte del gruppo VI dei vigili urbani. Non accetteremo altri ritardi nella trasmissione dei documenti relativi agli abusi edilizi, ai reati ambientali accertati, al censimento delle famiglie rom che esercitano un vero e proprio controllo del territorio. Questo messaggio vuole essere pubblico come risposta a quei criminali che pensano di essere intoccabili. E vuole essere pubblico perché i cittadini onesti capiscano dove sia il problema.

L’appello del Municipio al nuovo Prefetto

L’ultimo appello va al nuovo Prefetto che ha dichiarato di essere molto sensibile alle periferie. Questo territorio ha fame di legalità e di giustizia. Protocolleremo di nuovo quanto accaduto negli ultimi giorni perché non siano i cittadini onesti a perdere di nuovo. Continuiamo ad aspettare lo Stato.
 

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