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Guerra tra bande albanesi a Corcolle: cinque arresti

Controllo dello spaccio e sfruttamento della prostituzione. Queste le cause della lotta tra due gang interrotta da un'indagine della Procura e del Gruppo Sicurezza nata dopo la denuncia di una ragazza sfruttata e maltrattata dai propri aguzzini

La disputa era quella per aggiudicarsi il controllo dello spaccio di stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione sul territorio nel quadrante est della capitale. Questo è quello che è emerso dopo le intercettazioni telefoniche operate dagli agenti della Polizia Locale Roma Capitale. L’indagine, partita nel novembre scorso, è stata coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Mario Palazzi e condotta dal Reparto Operativo del Gruppo Sicurezza Pubblica ed Emergenziale, diretto dal vicecomandante del Corpo Antonio Di Maggio. Tutto è iniziato quando una delle tante vittime sbattute sul marciapiede ha trovato il coraggio di affidarsi a uno degli equipaggi delle pattuglie della Polizia Locale in servizio antiprostituzione. Dai suoi racconti è venuta alla luce una vita d’inferno, con un clima di sopraffazione e minacce di morte perfino ai suoi figli.

CONTROLLO DELL'AREA - Le due gang albanesi si contendevano il controllo dell’area di Corcolle, nel Municipio VIII, attraverso intimidazioni e pestaggi. I vigili hanno avuto modo di intercettare i dialoghi tra i membri delle due bande, mentre stavano pianificando agguati e aggressioni alle ragazze schiavizzate dall’organizzazione rivale. Registrate anche le conversazioni degli accordi e delle divergenze tra i due gruppi di malviventi per la spartizione del territorio. 12 le persone fermate, tutte albanesi, di cui 5 tratte in arresto, 4 uomini e una donna, e 2 denunciate a piede libero. Nel corso delle perquisizioni domiciliari sono state rinvenute sostanze stupefacenti, una pistola, una spada katana, diversi coltelli e svariato contante.

FALSI DOCUMENTI - I malviventi, nel caso di eventuali controlli, utilizzavano veri documenti di identità rilasciati da autorità albanesi e romene ma riportanti falsi dati anagrafici, per depistare le forze di polizia. Le ragazze sfruttate, tutte provenienti dai Balcani, hanno trovato assistenza e supporto psicologico presso i centri antiviolenza del Comune di Roma. Le indagini stanno proseguendo per accertare il grado di coinvolgimento degli altri fermati nell’attività criminale. Il comandante del Corpo Angelo Giuliani esprime soddisfazione per questo intervento mirato alla radice del problema, che risulta incisivo e efficace nella lotta allo sfruttamento della prostituzione.

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