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Acea, bando "al ribasso" per il call center: a rischio 400 posti di lavoro

Il 30 settembre scadono i termini per partecipare al bando pubblico indetto da Acea per l'affidamento dei servizi di call center. La gestione dei servizi, appannaggio dal 2009 dell'azienda eCare, potrebbe passare di mano. Oltre 400 lavoratori rischiano il posto

Incubo disoccupazione per oltre 400 lavoratori della sede eCare di Torre Spaccata. Il 30 settembre scadono i termini per partecipare al bando pubblico indetto da Acea per l'affidamento dei servizi di call center e back office. La gestione di tali servizi, appannaggio dal 2009 dell'azienda eCare, potrebbe insomma passare di mano e oltre 400 lavoratori lasciati senza lavoro. 

Secondo i dipendenti di eCare il bando indetto dalla municipalizzata non prevede infatti alcuna clausola sociale di tutela per i 420 dipendenti dell’azienda, né alcuna clausola territoriale. Il servizio potrebbe insomma essere delocalizzato: fuori Roma, fuori dal Lazio o, addirittura, all’estero.

"L’unico criterio preso in considerazione dal bando è quello del prezzo più basso - ci spiega Marcello Pani del sindacato Slc Cgil -. Non c’è alcun obbligo di introdurre altri criteri ma è un discorso di opportunità politica. Noi chiediamo che venga tutelata e riconosciuta la professionalità dei lavoratori che operano da decenni in questo settore. E’ possibile che un bando di gara d’appalto nel 2014 non preveda alcuna forma di tutela per i lavoratori?".

Per questo, domani, alle 13, i rappresentanti RSU di Cisal comunicazione, Uilcom e Cgil, insieme a una delegazione di lavoratori saranno presenti in consiglio municipale. All’ordine del giorno un’interrogazione per chiedere al Sindaco di aprire un tavolo e ridiscutere le modalità del bando.
 
I dipendenti di eCare sono raggiungibili 365 giorni l’anno, ore notturne comprese. "Per conto di Acea gestiamo operazioni molto delicate come rateizzazioni, distacchi e attivazioni - prosegue Pani -. Senza contare la nostra esperienza nel rapporto con i clienti. Comprendiamo le esigenze di risparmiare ma in questo caso significherebbe peggiorare la qualità del servizio".

Senza contare le ricadute sociali. "Se venisse a mancare la commessa di Acea l’azienda potrebbe non riuscire più a coprire i costi fissi e si rischia la chiusura. 420 posti di lavori in meno rappresenterebbero un trauma sociale enorme per un territorio già pieno di problemi come il Municipio VI. Spesso si crede che gli operatori del call center siano ragazzini che vogliono comprarsi l’iphone, ma non è così. La maggior parte dei lavoratori sono padri e madri di famiglia, nella nostra azienda l’eta media è di 40 anni". 

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