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Stazione di Salone, bloccata l’apertura e saccheggiata dai ladri

Parere negativo del Ministero dell’Interno sull’apertura. I Comitati presenteranno esposto alla Corte dei Conti per impedire ulteriori investimenti nel vicino campo Nomadi

stazione-saloneLa stazione di Salone non aprirà. Il Ministero dell’Interno ha dato parere negativo “per motivi di sicurezza dovuti al vicino campo nomadi”. A spiegarlo sono i Comitati dei Cittadini del quadrante est. Non solo. Nello scalo è stato rimosso il presidio di vigilanza che operava, 24 ore su 24, fin dal momento in cui erano stati ultimati i lavori. E la stazione è stata oggetto di atti vandalici con sottrazione di apparecchiature. Ieri sono intervenute le forze dell’ordine per verbalizzare l’accaduto e fare denuncia contro ignoti.

I lavori di ristrutturazione, costati 3 milioni di euro, erano iniziati nell’ottobre 2007 e ultimati nel dicembre 2008. Moderna e funzionale, Salone si colloca sulla linea FR2, e avrebbe collegato Guidonia, Lunghezza e la stazione Tiburtina con un treno ogni mezz’ora e, nelle ore di punta, ogni venti minuti.

“Tale rapidità di esecuzione si giustificava con l’urgenza di rendere disponibile un trasporto su ferro in vista dell’inizio dei lavori per il raddoppio della Tiburtina”, spiegano ancora dai Comitati. La FR2 sarebbe stata l’unico mezzo di trasporto su ferro disponibile per i 300.000 lavoratori e residenti dell’Asse Tiburtino oltre il GRA.

Negli anni novanta era stato progettato il prolungamento della Metro B di superficie da Rebibbia al Polo tecnologico. “Poi la giunta Rutelli ha cancellato questo progetto, spostando il prolungamento da Rebibbia a Casal Monastero. Nel 2004 la Provincia di Roma, la Regione Lazio ed il Governo, allora governati dal centro-destra, finanziarono con 90 milioni di euro una tranvia di superficie sull’Acquedotto dell’Acqua Marcia che collegava la metro di Rebibbia con il Polo tecnologico. Ma il Comune di Roma, allora la giunta era di centro-sinistra, bocciò questa soluzione, certamente ritenuta politicizzata”, scrivono ancora i cittadini della zona.

Nel 2001, Trenitalia era stata costretta a chiudere questa Stazione per i ripetuti furti ed atti vandalici. E, in vista della riapertura, era prevista la delocalizzazione del campo nomadi adiacente. Al suo posto, sarebbe stato realizzato un grande parcheggio. Il campo nomadi, denunciano i comitati, non è stato delocalizzato, e il parcheggio avrebbe “previsto solo 25 posti auto. E poi sarebbe mancato un Bus navetta per i cittadini di Case Rosse, Settecamini, Setteville e i lavoratori della Tiburtina Valley”. “I cittadini non riescono a capire cosa stia succedendo. Invece di chiudere i campi nomadi, come promesso in campagna elettorale, si decide di chiudere un’indispensabile stazione ferroviaria. Così ci penalizzano due volte”.

L’apertura della stazione era prevista per il 23 febbraio scorso: la Direzione Trasporti della Regione Lazio ne aveva assicurato l’apertura nel giro di una settimana. Poi è arrivato il contrordine del Ministero dell’Interno, che ritiene incompatibile la stazione con il campo nomadi vicino.

“Questa scelta prevede nuovi investimenti di denaro pubblico che risulterebbero sprecati se, successivamente si dovesse chiudere il campo per aprire la Stazione di Salone”, commentano in una nota ufficiale i Comitati. “Viceversa, le risorse impiegate per ristrutturare una Stazione che resterà chiusa sarebbero state già sprecate”. I Comitati annunciano anche che presenteranno un esposto alla Corte dei Conti per impedire ulteriori investimenti nel campo Nomadi di Salone.
In passato era stato assicurato ai Comitati “che questo campo non avrebbe mai superato le 20 roulotte. Invece diventò presto il più grande d’Europa con oltre 1900 nomadi che spadroneggiavano nel territorio senza nessun controllo”, denunciano i cittadini nella nota ufficiale. “Solo recentemente il Campo di Salone era stato “ripulito”, ridimensionato, ristrutturato e parzialmente controllato”.
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