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Tiburtino Tor Cervara / Via della Cervelletta

Casale della Cervelletta, sotto sfratto oltre un secolo di storia

Pietro, 84 anni, vive lì da quando, negli anni '40, a circa 11 anni, vi si traferì per lavorare la terra. Negli anni con i suoi figli e con quelli degli altri agricoltori è rimasto a vivere nel casale. Oggi al Comune, che lo ha messo a bando, serve libero

"Da qui non ce ne andiamo, non abbiamo un altro posto in cui vivere". Sono queste le parole di Paolo, 41 anni che, insieme alla moglie e ai due figli minori, vive nel casale di via della Cervelletta, in zona Tor Cervara. La famiglia di Paolo non è la sola a vivere lì, ci sono altri 5 nuclei abitativi, costituiti da una sola persona, di cui uno già sgomberato nello scorso mese di luglio. Già, perchè gli occupanti del casale, per il Comune di Roma, che nel 2001 ha acquistato la struttura, sono 'abusivi'. Intanto, però, nonostante le case fossero occupate, l'amministrazione comunale ha indetto un bando per l'affidamento del terreno ai giovani agricoltori.  Vinta la gara, casale e terreno servono liberi. Che ne sarà delle famiglie che ci abitano oggi?

LA STORIA - La storia di Paolo, della sua famiglia e quella degli altri occupanti, viene da lontano. "La zona è abitata già dagli inizi del novecento da agricoltori che lavoravano i terreni al servizio del duca Salviati, ci si occupava della coltivazione di ortaggi" racconta Maurizio. "Negli anni, fino ai '60, si è passati alla coltivazione di frumento. Il casale è stato costruito nel 1908 per dare un tetto ai contadini che vi lavoravano e che fino a quel momento avevano abitato in baracche a ridosso dei campi". Negli anni, anche quando i campi hanno iniziato a rimanere incolti, gli agricoltori e le loro famiglie hanno continuato a vivere lì. Fin dall'inizio della storia, questa casa si è stata tramandata da padre in figlio. Nel 2001 la società immobiliare, che nel frattempo era diventata proprietaria, "effettua una transazione con il Comune di Roma che ne entra in possesso. "Abbiamo anche intentano una causa per usucapione dell'immobile e dei terreni ma abbiamo perso in tutti e tre i gradi di giudizio. Anche il Tar lo ha confermato". Infine arriva il bando indetto dal comune. Oggi il casale ha un assegnatario e anche un guardiano. Eppure, tutti gli occupanti hanno la residenza qui, in via del casale della Cervelletta con tanto di numero civico, di corrispondenza consegnata, di cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti.

TESTIMONIANZE - Paolo è disoccupato dal dicembre dello scorso anno, sua moglie è casalinga, hanno due bambini di 8 e 14 anni, il più grande anche con problemi di ipertensione, già in cura presso una struttura convenzionata nelle vicinanze. "Abito qui da quando sono nato - racconta - non ho un lavoro e non ho una casa in cui andare. In tutti questi anni abbiamo sempre pagato le utenze", anche per servizi che non hanno. "Già perchè qui non ci sono le fogne ma sulla fattura di Acea Acqua l'importo è comprensivo delle voci 'fognatura', 'depurazione', circa 800 euro a semestre" raccontano. "L'acqua al casale arriva attraverso un sistema che gli occupanti hanno 'architettato' al nasone del giardino, 'voluto dal duce'. A questo, sono collegati diversi accessi e l'acqua viene spinta nelle case attraverso un autoclave. "Ma non è possibile utilizzarla contemporaneamente, bisogna fare i turni". Non ci sono le fogne, quindi, ma i pozzi neri che ogni 'occupante' ha provveduto a costruire.

Paolo e la sua famiglia vivono sempre con le valigie pronte, perchè lo sgombero potrebbe avvenire all'improvviso, sopratutto dopo l'ultima scadenza che è datata 10 settembre. In casa resta sempre qualcuno. "La notte non si dorme" commenta Lina, tra gli occupanti più anziani. La zona non è illuminata e Lina, che di casa non esce mai, ha paura: "Spengo la televisione alle 6 del mattino". Maria, anche lei cresciuta qui da sempre, lavora 25 ore settimanali in un'impresa di pulizia e non ha altro posto in cui andare a vivere. Come Alessandro, altro occupante disoccupato. Tutti hanno i requisiti per avere il 'buono casa' ma per le loro non ci sono notizie. 

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