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"Roma città rifugio", il IV Municipio approva la risoluzione per proteggere i difensori dei diritti umani

L'obiettivo è ospitare attivisti che rischiano la vita nei rispettivi paesi

Dopo il via libera in commissione pari opportunità manca ancora il passaggio in aula che, però, sarà una semplice formalità. Il IV municipio si unisce all’XI per chiedere che Roma Capitale diventi una “città rifugio”. Si tratta di un network internazionale che comprende tutti quei centri che forniscono accoglienza per i difensori dei diritti umani che nei propri paesi d'origine rischiano la propria incolumità o la vita. Una richiesta sostenuta da importanti organizzazioni della società civile e di difesa dei diritti umani.

Città rifugio

In Italia, finora, Trento, Padova, Torino, Bologna e Verona hanno già approvato delibere diventando, per l’appunto, “città rifugio” per i difensori dei diritti umani. In sintesi, si punta a fare in modo che Roma Capitale possa accogliere temporaneamente, dai sei ai dodici mesi, tutte quelle persone che lottano per difendere i più fragili e svantaggiati all’interno di paesi e realtà poco democratiche.

Emergenza

L’attacco ai difensori dei diritti umani è ormai un’emergenza globale. Il numero di omicidi, secondo l’analisi dell’Ong Front Line Defenders, nel 2022 sono stati uccisi ed uccise 401 persone che lottavano contro dittature, abusi ed ingiustizie, in 22 paesi del mondo. Secondo la relazione, questi numeri rappresentano solo la punta dell’iceberg di un attacco sistematico ad attivisti ed attiviste.

La risoluzione

La risoluzione, approvata presso la commissione e che verrà ratificata poi dal consiglio municipale, serve per chiedere al sindaco di Roma Roberto Gualtieri di attivare, nel minor tempo possibile e di concerto con la “Rete in difesa di – per i diritti umani e chi li difende”, con “Amnesty International” e con le altre organizzazioni presenti sul territorio, un piano pilota di accoglienza temporanea e supporto per “difensore e difensori dei diritti umani” minacciati.

Assemblea capitolina

A portare avanti questa risoluzione nel IV Municipio è stato il capogruppo di Roma futura Gianluigi Bardini: “Questa è una prima fase dell’attuazione del progetto di “Roma città rifugio”  - spiega il consigliere a RomaToday - si è da poco svolto, presso la Zalib, un dibattito con Amnesty Lazio e “La Rete in difesa di” a cui hanno partecipato amministratori e amministratici che hanno presentato il documento nei rispettivi municipi. È un progetto ambizioso che ha visto creare questo coordinamento tra forze politiche, come Aurelio in Comune, Europa Verde e Roma Futura, insieme ad associazioni importanti del panorama capitolino e nazionale. Sono contento del fatto che cin commissione pari opportunità del IV Municipio sia arrivata parere favorevole per la risoluzione che ho presentato. Usciamo, per una volta, dal recinto della normale amministrazione, che è fondamentale e legittima, per occuparci di un qualcosa che è universale per definizione, come i diritti umani. Questo – conclude Bardini - è un processo che riesce dare dignità ed autorevolezza ai municipi. Per questo ringrazio chi mi ha coinvolto. L’obiettivo finale è quello di arrivare ad un atto dell’assemblea capitolina”.

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