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Giovedì, 25 Aprile 2024
San Basilio Casal de Pazzi / Via Tiburtina

Ex Penicillina, i lavoratori chiedono un incontro in municipio: “Riqualificazione e memoria”

E’ fissato a gennaio l’appuntamento con il minisindaco Massimiliano Umberti

“Per l’ex Penicillina chiediamo il recupero del bene e la riqualificazione, ma soprattutto l’istituzione di un luogo che conservi testimonianze, memorie, manufatti reperibili”. A parlare sono le decine di ex dipendenti della fabbrica di Penicillina, chiusa nel 2006 e diventata da allora un ‘mostro di cemento’. Sono loro a chiedere un progetto sull’immobile rivolgendosi al presidente del IV Municipio, Massimiliano Umberti perché “seppur l’ex fabbrica è di proprietà privata non giustifica il disinteresse dell’Amministrazione” hanno aggiunto nella lettera indirizzata a via Tiburtina. 

Inaugurata nel 1950, l’ex fabbrica di Penicillina è stata per lungo tempo un fiore all’occhiello del tiburtino. Con la chiusura agli inizi degli anni Duemila e con il progressivo abbandono, l’immobile è stato più volte occupato e sgomberato: per anni vi hanno trovato dimora decine di persone provenienti da paesi diversi. L’ultimo grande sgombero alla fine del 2018, poi l’installazione di videocamere di sorveglianza, infine una nuova occupazione e ancora uno sgombero. A settembre lo scheletro di cemento è stato coinvolto anche in un incendio. La sua storia è diventata un libro scritto a sei mani: da Andrea Turchi, Marco Passaro e Anna Ditta. 

“Malgrado gli anni trascorsi, noi ex-lavoratori abbiamo conservato un forte senso di comune appartenenza per il nostro lavoro: la fabbrica è stata, nel bene e nel male, il centro della vita per molti di noi. Lì abbiamo impiegato le nostre capacità e il nostro ingegno, lì sono nate relazioni personali e le amicizie che ancora ci tengono uniti” hanno spiegato in una lunga lettera rivolta al presidente del Quarto Municipio. “Gli anni in fabbrica non sono stati semplici: il lavoro era gravoso e pericoloso  nei decenni passati c’era scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro e in generale all’ambiente). Ciononostante abbiamo conservato per quell’importante periodo della nostra vita una memoria forte e indelebile che ci ha portato a costituire un gruppo molto attivo e unito (Quelli della Leo, dal primo nome della fabbrica) nel quale sono presenti tante persone con esperienze molto diverse ma unite nella comune memoria”. 

Infine la richiesta: “Chiediamo che ci siano un progetto e un intervento ungente per risolvere un problema ormai più che decennale e le chiediamo un incontro a breve per esporre le nostre ragioni e le nostre proposte su quello che consideriamo in tutto e per tutto un bene pubblico”. Massimiliano Umberti ha fatto sapere che incontrerà gli ex dipendenti della fabbrica a gennaio. 

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