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Via Tiburtina e il raddoppio infinito: i nodi degli eterni cantieri tra Rebibbia e Settecamini

Tutti gli attori protagonisti dei lavori per l'allargamento di via Tiburtina si sono seduti intorno al tavolo della commissione lavori pubblici del Campidoglio. Criticità e ipotesi di soluzione

Dal recupero di reperti archeologici allo "spostamento" di servizi di pubblica utilità. Sono questi i principali "intoppi" che hanno rallentato negli anni lo svolgimento dei lavori per il raddoppio di via Tiburtina. Manca il completamento di sette chilometri prima che l'opera, in essere da dodici anni, venga consegnata ai cittadini, dal quartiere Rebibbia a Settecamini, altezza della via Marco Simone. I tempi di consegna, fissati al 30 marzo, sono di fatto slittati anche se fino ad ora non è stata presentata una richiesta ufficiale di proroga. "Eterni" cantieri con cui automobilisti, pedoni e commercianti sono costretti a fare i conti ogni giorno.

Un argomento che ha tenuto banco durante l'apposita commissione lavori pubblici che si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 23 marzo presso i locali del dipartimento Simu in via Petroselli. A presiedere i lavori la consigliera capitolina Alessandra Agnello che ha invitato al tavolo tutte le parti interessate, i servizi di pubblica utilità, la soprintendenza, esponenti del municipio Roma IV, Comune, dipartimento, alcuni cittadini e l'assessora alla città in movimento Linda Meleo.

Una lettura "necessaria" della delibera n.40 del 20 gennaio 2016 con cui Anac ha sancito che "l'amministrazione,  con  riferimento  alle  funzioni  amministrative burocratiche  della  stessa, abbia  manifestato  scarsa  efficienza  e  una  certa  inerzia  negli  adempimenti  susseguenti  la Decisione del Consiglio di Stato n. 591/2007 di fatto adempiendo ad essa oltre 5 mesi dopo", non solo, anche che "vi sia stata una ingerenza dell’organo politico nelle scelte tecniche dell’Amministrazione in contrasto  con  il principio  di  separazione  tra  le  funzioni  di  indirizzo  politico e  le  funzioni amministrative e gestionali".

"E' questa una fotografia della grave situazione da cui partiamo" ha voluto puntualizzare la presidente della commissione che ha subito sviscerato, con un corredo di immagini raccolte durante un sopralluogo, le criticità presenti oggi sul tratto di strada interessato ancora dai cantieri che va dalla stazione metro Rebibbia a Settecamini, altezza via Marco Simone.

I nodi cruciali proprio nell'area intorno alla stazione della metropolitana Rebibbia. Qui la presenza di due contatori Acea necessari ad Atac limita di molto lo sviluppo del cantiere, di fatti fermo. Non solo, nella stessa zona anche reperti archeologici da mettere in sicurezza perché qui, su via Tiburtina, tra pietre miliari e sifoni dell'Acqua Marcia, anche l'aspetto "archeologico" ha un peso di non poco conto. Proprio in questo punto, infatti, una soluzione prospettata dalla soprintendenza in accordo con il dipartimento potrebbe essere quella di tutelare "la pietra miliaria" e anzi valorizzarla attraverso la collocazione di luci, chiaramente in seguito allo svolgimento di precisi scavi.

Poco più avanti, percorrendo la via Tiburtina in direzione Tivoli, un altro intoppo: l'uscita di via del Casal San Basilio in direzione Roma centro. Qui la strada è completata ma lo svincolo non viene aperto a causa dell'ultimo "step" dei lavori nei pressi del "muro di contenimento", lungo circa 120 metri, gli addetti ai lavori "Contiamo di consegnare l'opera in 40 giorni".

Altri aspetti hanno riguardato il quartiere di Settecamini, tra quelli interessati ai lavori. "Chiediamo alla ditta appaltatrice - hanno proposto dall'ufficio tecnico del Municipio - di operare una manutenzione ordinaria dei cantieri, tra pulizia e chiusure delle buche sempre nei tratti interessati e l'apertura di via Trevi nel Lazio che decongestionerebbe di molto il traffico nel quartiere". All'incontro anche Associazione per Settecamini che si è detta disposta, insieme alle altre associazioni del territorio, di operare interventi di pulizia e cura di zone archeologiche vicine appunto a via Trevi nel Lazio.

"Siamo molto soddisfatti dello svolgimento della commissione - ha commentato Federico Giacomozzi, presidente della commissione assetto del territorio del Municipio Roma IV - ringraziamo infatti la presidente per una fotografia così dettagliata della situazione". Ha continuato: "Questa è una battaglia che il Municipio IV fa in sinergia con tutte le forze politiche perché la via Tiburtina riguarda tutti indistintamente - ha precisato - oltre la naturale importanza del proseguimento prima e della consegna poi dei lavori, anche il rispetto per il patrimonio archeologico non può essere disatteso". Ha concluso: "Come istituzione continueremo a vigilare affinchè risposte e fatti arrivino in tempi brevi e si chiudano i cantieri".

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