Da quando è scaduta la gestione da parte del gruppo Zetema (il 31 dicembre 2015), il centro culturale Gabriella Ferri ha subìto diverse battute di arresto che hanno avuto un’unica conseguenza: un blackout culturale non solo nel quartiere ma anche nelle zone vicine. Basta considerare infatti che l’intero Municipio IV è dotato di soli tre centri culturali: oltre il Gabriella Ferri dalle aperture “ballerine”, anche il centro culturale di San Basilio (gestito da Biblioteche di Roma) e il centro culturale di Settecamini, chiuso per non ben specificati motivi da ormai troppo tempo. 

Tre aperture in due anni

Il centro ha chiuso i battenti il 31 dicembre del 2015 quando è scaduta la gestione del gruppo Zetema già prorogata perché in realtà avrebbe dovuto concludersi a giugno dello stesso anno. La struttura è rimasta chiusa fino all’11 febbraio del 2016 quando l’ex amministrazione Sciascia ha tagliato il nastro a gestione municipale. La riapertura però ha vita breve: a giugno con il passaggio al nuovo governo della città il centro richiude e riapre nell’ottobre dello stesso anno con una inaugurazione a cinque stelle. Anche in questo caso, seppur con qualche mese in più, la riapertura dura poco: viene inviata una comunicazione alle associazioni che operano all’interno del centro per annunciare la fine delle attività a giugno. Da questo momento inizia l’indignazione da parte del quartiere e delle associazioni che definiscono questo municipio “orfano di cultura” e che organizzano anche un sit in a largo Beltramelli per chiedere la riapertura del centro. Intanto, dopo una prima delibera votata ad aprile, nel mese di ottobre un’altra delibera della giunta Della Casa pone l’accento sulla necessità della riapertura che sarebbe avvenuta nel mese di novembre. E da qui l’avviso pubblico per la partecipazione al bando rivolto alle associazioni del territorio. La terza apertura del centro il 15 dicembre. 

Otto associazioni culturali

“Sono otto le associazioni che organizzano le attività del centro culturale Gabriella Ferri – ha spiegato Marina Badino, presidente dell’associazione culturale Il crocevia – abbiamo stabilito il cartellone delle iniziative che sarà presentato durante l’open day del prossimo gennaio (13-14 con orari da definire)”. Le associazioni che svolgono le attività dovranno versare nella casse del municipio ogni mese una cifra pari a 31 euro. “Seconda chiusura del Ferri da parte dell’amministrazione cinquestelle, secondo assessore alla cultura in meno di un anno e, ovviamente, seconda inaugurazione – ha puntualizzato Emiliano Sciascia, ec presidente del Tiburtino - Speriamo vivamente che sia l’ultima, anche perchè sta diventando veramente una situazione paradossale. Al netto delle iniziative propagandistiche dei cinquestelle, è una buona notizia che quello spazio torni a vivere grazie all’impegno delle tante associazioni culturali che ne animano le attività. Confidando che non ci sia una ennesima chiusura con annessa (ennesima) inaugurazione.”