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Pietralata Pietralata / Via della Stellaria, 7

Pietralata, gli appelli non bastano: il teatro Pasolini chiuderà in primavera

Il giudice emetterà la sentenza definitiva di sfratto il 18 febbraio, poi i gestori aspetteranno l'ufficiale giudiziario, ma chiedono una soluzione alla politica: "Tanti spazi abbandonati, datecene uno e lo rimettiamo in piedi"

Cinque mesi fa i gestori del Teatro Piccolo di Pietralata, dedicato a Pier Paolo Pasolini, avevano lanciato un allarme: "Stiamo per chiudere, non riusciamo più a pagare l'affitto". Purtroppo gli appelli, le assemblee e le gare di solidarietà, ma soprattutto le mediazioni legali, non sono servite: l'associazione dovrà andarsene, il 18 febbraio arriverà la decisione definitiva del giudice.

Subito dopo ci sarà l'ordinanza di rilascio dell'immobile, poi con i tempi della burocrazia al massimo si arriverà ad aprile. Il 10 febbraio c'è stata una manifestazione, partecipata da residenti, iscritti ai corsi (molti dei quali bambini) nella quale si è chiesto di salvare l'esperienza, ormai decennale, del teatro di via della Stellaria 7. 

"A duecento metri dal teatro ce n'è un altro - spiega Giuseppe Libutti di Sinistra X Roma, che segue il tema dall'inizio - ristrutturato ma abbandonato, di proprietà comunale. Perché non sfruttarlo? Per questo è stata organizzata la manifestazione di giovedì scorso: il nuovo regolamento che supera la delibera 140 tenga conto anche dell'abbandonato, non solo del patrimonio indisponibile". 

Franco Franchi insieme alla moglie Gloria Imperi dal 2012 si prende cura del Piccolo: "Il 23 dicembre c'è stata un'udienza - racconta a RomaToday - e il giudice si è preso la facoltà di deliberare il 18 febbraio. Non abbiamo speranze, massimo metà aprile usciremo, a meno che non tardi l'ufficiale giudiziario". Per capire l'importanza dell'attività fatta da Gloria e Franco a Pietralata, basti considerare che prima della pandemia erano almeno 60 gli associati che partecipavano ai corsi, molte anche le associazioni che si appoggiavano al teatro per svolgere attività e tenere spettacoli nella sala da 99 posti a disposizione. "La scorsa estate - ricorda Franchi - abbiamo messo in scena 'Il lago dei cigni' con una compagnia di 28 ballerine e ballerini, un evento quasi raro in Italia". Ma 3.000 euro al mese di affitto sono diventati troppi con 15 mesi di chiusura alle spalle e una riduzione di attività e presenze a teatro.

"Strutture pubbliche vuote qui ce ne sono tantissime - conclude Franco - purtroppo inutilizzate e anche sconosciute alle istituzioni. Non hanno nemmeno le chiavi di alcune di queste. Noi saremmo disposti a rimetterne in piedi una, installare gli impianti e le pavimentazioni". Così, in un quartiere che non ha grandi luoghi d'aggregazione sociale e culturale, i giovani avrebbero ancora uno spazio per ritrovarsi e crescere. 

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