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Affidamenti diretti al Tiburtino: luci e ombre sulla fiera del 1 maggio. Forza Italia: "C'è asse Della Casa-FdI?"

Tanti i dubbi che parte dell'opposizione chiede di chiarire. Fratelli d'Italia tace. Imbarazzo invece nel gruppo pentastellato. Esulta solo la giunta

“La Casa Comunale è spesso sede di inciuci, intrallazzi, cariche da spartire e interessi da salvaguardare. Il cittadino deve tornare ad essere il beneficiario delle azioni messe in campo nella gestione della cosa pubblica” e ancora “Stop agli affidamenti diretti indiscriminati”: entrambi stralci del programma elettorale del Movimento Cinque Stelle. Gli affidamenti diretti, pur essendo una procedura legale, sono da sempre il male assoluto per i pentastellati, una sorta di regola “non scritta” che però, evidentemente, può subire delle eccezioni. Come nel caso del 1 maggio su via Tiburtina in un municipio con un governo a cinque stelle. 

Il comunicato “del trionfo” tra imbarazzi e “non detti”

“Il primo esperimento dopo 7 anni di pedonalizzazione e di grande viabilità, oggi è il 1 maggio abbiamo ripristinato il mercato”. L’annuncio della presidente del Municipio Roma IV avviene in diretta, proprio da via Tiburtina durante lo svolgimento delle fiera che rientra nell’ambito del progetto “Feste di via” chiesto dalla società Ma.Vi. eventi. Nessun bando ma un’istanza presentata via pec il 30 marzo e protocollata il 3 aprile (a meno di un mese dall’evento): da qui poi il via all’iter. Un iter che ha trovato spazio anche in commissione trasparenza, dove il responsabile del procedimento, incalzato dalle domande, si è alzato ed è uscito dall’aula. 

Movimento Cinque Stelle e Fratelli d’Italia hanno scelto di non dire

L’evento non è stato pubblicizzato da nessuno dei consiglieri della maggioranza né a mezzo social né a mezzo stampa, né prima, né durante, né dopo, eccetto dalla giunta Della Casa. Abbiamo raggiunto al telefono la capogruppo di maggioranza Germana Di Pietro che sulla vicenda non ha voluto rilasciare dichiarazioni. E non è stata la sola. Mentre invece il gruppo dem ha puntato il dito sulla mancata trasparenza e sull’affidamento diretto di 50 banchi per l’evento del primo maggio, il gruppo di Fratelli d’Italia ha scelto di non dire: al telefono il capogruppo Gianni Ottaviano ha dribblato le nostre domande: “Ora sono molto concentrato, non posso” riservandosi di inviarci dichiarazioni che non sono mai arrivate. 

Dal PD: “Per questo evento testardaggine e solerzia, la Procura faccia chiarezza”

“Il diritto amministrativo non riconosce la pec che ha valenza di una raccomandata – ha tuonato Umberti – la richiesta è stata protocollata il 3 aprile e già questo sfasa l’intero iter”. A questo ha aggiunto: “Il silenzio dei due gruppi consiliari ne palesa un connubio e di certo un imbarazzo considerata la presenza di nomi altisonanti presenti all’interno del progetto come quello di note famiglie di bancarellari romani”. Inoltre: “Il comportamento della presidente Della Casa ricorda quello dei politici della prima Repubblica: Di Maio vuole combattere il PD sui territori? Combatta prima l’opacità dei suoi amministratori”. Umberti ha concluso: “Desta molte perplessità la testardaggine e la solerzia con cui tutto questo è stato portato avanti, mi auguro che la Procura faccia chiarezza sull’intera vicenda”. 

Per Forza Italia: “Un colpo di mano che non ha trovato disappunto in Fratelli d'Italia”

Una opposizione forte e serrata quella di Dino Bacchetti, capogruppo Forza Italia in consiglio: “A mio avviso si è trattato di un colpo di mano, una forzatura voluta dalla presidente Della Casa e dall’assessora al commercio che non ha trovato disappunto del gruppo di FdI così come già avvenuto in altre occasioni, non ultimo la vicenda dei quattro nidi convenzionati in cui il gruppo FdI ha avallato le scelte della presidente – ha aggiunto. Non vorrei ci fosse un asse politico Della Casa-Fratelli d’Italia”. Un attacco anche al gruppo di maggioranza: “Un silenzio imbarazzante, sembra si comportino come le tre scimmiette, non vedono, non sentono e non parlano”. Il capogruppo di Forza Italia ha inoltre precisato: “Ci sono dei punti da chiarire che destano sospetti: parrebbe che la domanda sia giunta in ritardo e presentata da società riconducibile alle famiglie dei soliti noti che gestiscono il commercio stradale a Roma”.

Non è tutto per Bachetti: “Un parere negativo dei vigili che è stato poi ignorato, perché? Ne chiederemo conto al comandante Maggi, anche per capire come è stato possibile che le auto parcheggiassero all’interno del mercatino. I cinque stelle hanno autorizzato un evento che dal 2012 la Questura ha vietato per motivi di sicurezza e ordine pubblico, oltretutto in un’area di cantiere in deroga al regolamento Cosap utilizzando un articolo che si adotta per altri tipi di eventi (art. 4 comma 6 delibera n.39 del 2014), chiedo di sapere cosa è cambiato dal 2012 ad oggi”. Per ultimo ma non meno importante l’aspetto relativo al pagamento: “Stiamo ancora effettuando delle verifiche – ha precisato Bachetti – ma sembrerebbe che per i 3580 metri la società avrebbe dovuto pagare oltre 6000 euro e invece sarebbero stati pagati 1750 perché lo spazio è stato ritenuto non commerciale”. 

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Lista Marchini: “E’ necessario fare chiarezza sulla vicenda immediatamente”

“Ben vengano sempre tutte le attività che portano benefici e svago nei quartieri del nostro Municipio ma legalità e trasparenza non devono mai essere messe da parte – ha commentato Giorgio Trabucco, capogruppo della Lista Marchini - Non si possono ignorare le modalità quanto mai dubbie che hanno portato all’assegnazione degli spazi e la totale assenza di bando pubblico. Legalità e trasparenza erano due capisaldi degli esponenti del Movimento 5 Stelle quando sedevano sugli scranni dell’opposizione, oggi che sono al governo sembra che qualcosa sia cambiato. Spero si riesca il più velocemente possibile a fare miglior chiarezza sulla vicenda”. 

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