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Dal gazebo di protesta alla promessa di Zingaretti, la storia di Samantha e dei suoi quattro figli sotto sfratto

Occupante sotto sfratto insieme al marito e quattro figli piccoli, Samantha riesce a strappare una “promessa” a Nicola Zingaretti: “Non possiamo finire in mezzo ad una strada”

Una lettera che ha messo le loro vite in “stand by”. Quell’invito (datato 14 dicembre 2018) a lasciare l’alloggio in cui vivono, occupato dal 2015, che gli ha tolto il sonno. Perché l’alternativa è la strada, o una casa famiglia che li costringerebbe a separarsi.

Samantha Di Sarra, 30 anni, e Ivan Picchia, di 29, compongono la coppia che in occasione dell’inaugurazione di lunedì 20 maggio del nuovo circolo del Partito democratico di via Diego Angeli, a Casal Bruciato e proprio di fronte alla palazzina in cui abitano di proprietà del Comune di Roma, ha deciso di incontrare Nicola Zingaretti per fargli conoscere la propria storia. Quella paura di non avere più un tetto sotto cui vivere insieme ai quattro figli: Mattia di 8 anni, Gabriele di 6, Aurora di 2 e il piccolo Samuele di soli 5 mesi. "Abbiamo aperto questo luogo proprio per stare vicino alle persone - dice loro Zingaretti riferendosi al circolo -, nessuno vi caccerà, la risolviamo".

Una storia di emergenza abitativa che inizia quando Samantha perde il lavoro, e con esso la sua casa. "Dopo aver vissuto anche in macchina con i miei primi due figli, la signora a cui facevo le pulizie a casa mi ha proposto di venire a vivere con lei, ed ho accettato - racconta Samantha -. Quando lei è morta non me la sono sentita di riconsegnare le chiavi e finire di nuovo in mezzo ad una strada, quindi ho scelto di restare qui. Dove andavo con due bambini?". Si autodenuncia ed inizia a ricevere, e pagare, i bollettini per l’indennità di occupazione, ma anche affitto ed utenze, tutto a suo nome. "Pensavo che ormai le cose fossero a posto, mai avrei pensato che mi arrivasse la lettera di sfratto, proprio mentre ero incinta del quarto figlio", racconta Samantha, visibilmente provata da questa situazione. Lei che è dovuta crescere in fretta senza il padre, perso quando era poco più di una bambina, ed una madre che non fa più parte della sua vita da anni.  Ed è qui a Casal Bruciato che incontra Ivan, anche lui una crescita precoce, e solo. Si innamorano, si sposano, e diventano genitori di altri due bambini. Sono in sei, in poco meno di 30 metri quadri, ma sufficienti visto che gli permettono di garantire una vita comunque dignitosa.

Ma hanno mai pensato al fatto che questa casa occupata è magari attesa da anni da una famiglia in graduatoria nelle stesse loro condizioni, se non peggiori? "Certo che ci abbiamo pensato - risponde Ivan -, se ci avessero dato una vera alternativa l’avremmo anche lasciata. Ma io in mezzo alla strada con i miei figli non ci vado e combatto per questa casa". Tanto che proprio nel cortile della loro palazzina avevano montato un gazebo per far conoscere la loro situazione con lo striscione: "Case ai rom e agli italiani lo sfratto, vergogna".

"Qui non si tratta di avercela o meno con i rom - dice la giovane mamma -, il problema è che ci son poche case e per quelle si scatena una guerra tra poveri. L’emergenza abitativa c’è e Zingaretti deve fare una sanatoria per tutte le persone che si trovano nella nostra stessa condizione". "Dodici anni fa aveva fatto domanda per un alloggio popolare come ragazzo padre, avevo solo 18 anni - spiega Ivan riferendosi al figlio avuto da una precedente relazione -, ma dopo tutto questo tempo mi hanno detto che la domanda è andata persa, mentre per queste famiglie sono sufficienti due anni di attesa per avere una casa. E’ questo che non riteniamo giusto".

E l'appello è rivolto anche alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, visto che l'alloggio Erp in questione è del Campidoglio: "Chiediamo solo un tetto sotto cui vivere con i nostri quattro figli - dicono - abbiamo smontato il gazebo, ora vogliamo una risposta".

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