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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Casal Bertone Casal Bertone / Via Galla Placidia

Microcitemia, consegnata la petizione a Zingaretti per scongiurare la chiusura del centro

Oltre 5630 le firme raccolte. Solidarietà da cittadini, pazienti, associazioni e realtà politiche. Il responsabile del centro consegna la petizione al presidente della Regione Lazio

Continua la battaglia dei medici e degli operatori del centro 'Microcitemia' di Roma, in via Galla Placidia, nel quartiere Casal Bertone. La struttura che, da oltre quarant'anni, opera nel settore della sanità fornendo diagnosi, prevenzione e trattamento delle patologie emoglobiniche, ha chiuso i battenti nello scorso mese di maggio a causa della mancata erogazione dei fondi da parte della Regione Lazio. Una chiusura che però non ha fermato la determitazione e la volontà degli operatori che nonostante tutto, ogni giorno, aprono le porte del centro per rispondere alle domande degli utenti. Una determinazione così forte da spingere il dott. Amato, responsabile del centro, a 'braccare' Nicola Zingaretti e consegnargli la petizione. 

Oltre 5360 firme sono state raccolte fino ad oggi da cittadini, associazioni, realtà sociali che si oppongono a gran voce alla chiusura del centro. Una voce che non può rimanere inascoltata. E' questo il motivo alla base della decisione di consegnare le firme al presidente della Regione Lazio, nella giornata di ieri, in un incontro non fissato. "Avevo saputo da un amico che il presidente della Regione sarebbe intervenuto alla presentazione di un libro e così ho deciso di andarci" - racconta il dott. Amato a Roma Today che stamattina, come tutte le mattine da quando il centro ha chiuso, è davanti al conta globuli spento, in attesa di fornire assistenza. "Gli ho consegnato il plico con le firme raccolte fino ad ora - dichiara Amato - e devo ammettere che le sue parole mi hanno sorpreso. Quando mi sono presentato ha asserito di conoscerci perché anche sua figlia come gli altri bambini della scuola si è avvalsa del servizio di screening scolastico messo a disposizione dal nostro centro". La sorpresa di Amato, però, è aumentata quando ha chiesto spiegazioni sull'erogazione dei fondi e sulla sorte del centro: "Ho avuto l'impressione che non sapesse di cosa si stava parlando, come se la notizia relativa alla chiusura del centro a causa dell'assenza dei fondi della Regione, non fosse di sua conoscenza". Dopo l'imbarazzo Amato ha fatto ritorno al centro, dove continua a lavorare a titolo gratuito per i pazienti che si rivolgono a lui. A breve, però, come annuncia lo stesso responsabile, potrebbe presentarsi un altro problema: liberare cioè i locali. "Saremo qui fin quando ce lo permetteranno ma ho il timore che entro la fine del prossimo mese saremo costretti a consegnare i locali" - conclude.

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