Casal Bertone, l’appello dei dipendenti dell’Auchan al Comune: "Sbloccate la licenza di apertura"
I dipendenti dell’ex Auchan di via Pollio hanno inviato una lettera al nostro giornale per lanciare un appello affinché le loro sorti siano chiare e sicure dopo 22 anni al servizio dell’azienda
“Siamo arrivati all' epilogo di una vicenda lunga e complessa che vede 200 dipendenti e le loro famiglie in attesa di una sentenza che tarda ad arrivare. È vergognoso che un'azienda come Conad che ha acquisito il colosso morente Auchan non si decida a comunicare ai propri dipendenti quando e se torneranno a lavorare”. Inizia così la lettera che i dipendenti dell’ormai ex Auchan di Casal Bertone hanno inviato a Roma Today per lanciare un appello al Comune di Roma per sbloccare le licenze e alla Conad affinché comunichi le sorti dei lavoratori.
L’ipermercato del Tiburtino è passato da Auchan a Conad e le sorti dei dipendenti sono ancora in balìa degli eventi nonostante la recente riunione fiume con i sindacati dopo la presa in consegna da Pianeta Cospea, una delle sette cooperative associate a Conad, che, sulla base del frazionamento fatto da Margherita Distribuzione, acquisirà gran parte della superficie e 131 dei 199 lavoratori dell’ex Auchan. “A Casalbertone ci sono 130 dipendenti che verranno passati a Conad tramite la propria controllata, mentre per altri 52 è chiara la sorte avversa: mobilità incentivata all'esodo o ricollocazione in altri ipotetici siti Conad, per i più fortunati. Al momento il punto vendita di Casalbertone , un tempo macchina da guerra della GDO francese, sta subendo una drastica ristrutturazione della quale però i dipendenti non hanno certezze occupazionali – si legge ancora nella lettera - A quanto pare il sito non avrebbe ancora pronte le licenze necessarie all'apertura e quindi all'ingresso dei dipendenti acquisiti dalla vecchia proprietà, che loro malgrado, si ritrovano in cassa integrazione a zero ore a tempo indeterminato”.
E dunque l’appello: “I lavoratori rivolgono un appello al Comune di Roma, affinché sblocchi la licenza di apertura alla Conad affinché si decida a comunicare ai dipendenti le proprie decisioni. Tutto ciò, nonostante l'impegno sindacale profuso, provoca al momento un forte disagio sociale ed emotivo nei confronti dei lavoratori più a rischio: madri separate e monoreddito, impiegati dal giorno dell'apertura 22 anni fa, e che mai avrebbero immaginato un simile epilogo”.