rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Casal Bertone Casal Bertone / Via Galla Placidia

'Il centro Microcitemia non deve chiudere', l'appello al presidente della Regione

Oltre cinquemila firme raccolte, lettere di solidarietà da associazioni e centri specializzati. Una 'missione' collettiva per scongiurare la chiusura del centro 'Microcitemia di Roma'

Un punto di riferimento, non solo per gli ospedali di Roma ma anche per alcune realtà sanitarie del centro sud. Il centro studi Microcitemia, specializzato su diagnosi, prevenzione e trattamento delle patologie emoglobiniche, situato in via Galla Placidia, nel quartiere Casal Bertone, quest'anno non ha ricevuto i consueti contributi dalla Regione Lazio e, pertanto, è stato costretto ad una modalità di licenziamento collettivo. Una chiusura, questa, che dopo oltre quarant'anni di attività, ha indignato realtà operanti nel settore medico e nel mondo della solidarietà, come la Caritas e il centro Astalli. Ha sensibilizzato anche cittadini comuni, tra questi, una in particolare che ha promosso una petizione. Una raccolta firme, che ad oggi conta oltre cinquemila adesioni, destinata al presidente della Regione per invitarlo a fare in modo che l'associazione ANMI Onlus (associazione nazionale per la lotta contro le microcitemie in Italia) possa continuare a lavorare e offrire i consueti servizi come lo screening scolastico e quello ambulatoriale. 

A raccontare il disagio creato dalla chiusura e l'importanza di continuare ad erogare servizi ai cittadini è il dott. Amato, responsabile dell'associazione: "Il 14 maggio la Regione ha fatto sapere che non avrebbe concesso contributi per quest'anno - spiega - il nostro impegno, però, continua ancora a titolo volontario. Proprio questa mattina, infatti, insieme ad alcuni colleghi, sono stato al centro a lavorare, in maniera del tutto gratuita". I finanziamenti negati, infatti, hanno portato al licenziamento collettivo di tutti i lavoratori impiegati all'interno della struttura, 23 dipendenti e una decina di collaboratori esterni. "Il nostro impegno è sempre stato costante, in questi anni abbiamo dato risposte importanti e credo - spiega ancora il responsabile della struttura - che in un momento come questo, con l'arrivo di tanti immigrati sul nostro territorio, sia indispensabile la nostra presenza". Sì, perchè negli anni di attività al centro studi sono state diagnosticate diverse patologie anche nell'area di popolazione immigrata, oltre alla vicinanza a famiglie di casi 'positivi'.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

'Il centro Microcitemia non deve chiudere', l'appello al presidente della Regione

RomaToday è in caricamento