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Tiburtino, l'ex assessore e lo schiaffo al consigliere M5s: "Mi ha dato del gelataio"

Alessandro Pirrone ha lasciato l'incarico dopo lo schiaffo assestato nei corridoi del IV municipio al consigliere Domenico Milano. L'intervista a RomaToday

Non è pentito, anzi, dichiara candidamente: "Avrei dovuto reagire molto prima". Alessandro Pirrone, ex assessore ai Lavori Pubblici del Tiburtino, ha lasciato l'incarico dopo lo schiaffo mollato martedì scorso al consigliere grillino Domenico Milano. Un impeto d'ira nei corridoi del IV municipio che niente aveva a che fare con questioni strettamente politiche. "Ero vestito di bianco - racconta a RomaToday - mi ha dato del gelataio". E non era uno scherzo tra amici, nè una battuta una tantum. "Ho subito un anno di insulti e vessazioni continue. Sfido chiunque a sopportare". Difficile per la presidente Roberta Della Casa, di fronte a un gesto di violenza fisica, discolpare il suo fedelissimo. Che però ammette: "Difendermi? Ci voleva coraggio". 


Dottor Pirrone, che è successo in quel corridoio, ce lo racconta?

Ho dato uno schiaffo a cinque dita a una persona che se lo meritava per avermi umiliato un anno intero. 

Cosa le ha detto? 

Ero vestito di bianco. Mi ha dato del gelataio, ha parlato di gelato, cremini, di fronte ad altre persone. Non ci ho più visto. Mi insulta da quando sono stato nominato, è una presa in giro continua. E quella del gelataio è stata l'ennesima mancanza di rispetto. Sfido chiunque a sopportare un anno così senza che prevalga un qualche istinto animale. 

Si è pentito? A Milano ha chiesto scusa?

Assolutamente no, non mi devo scusare di niente e non sono pentito affatto. Avrei dovuto prenderlo a schiaffi molto prima. 

Non poteva tentare di risolvere gli screzi in altro modo? 

Il comportamento del consigliere è stato fatto presente in diverse occasioni. E' stato oggetto di riunioni e di convocazione anche della presidente Della Casa. Nessuno è intervenuto a dire niente. Evidentemente lo hanno voluto proteggere. 

La Della Casa le ha imposto le dimissioni?

No, sono io che lo ho consegnate liberamente perché non ci sono più le condizioni per andare avanti con il lavoro. L'intero gruppo politico Cinque Stelle ha di fatto avallato i comportamenti di una persona irrispettosa. Non posso più proseguire in questa direzione. Anche perché Della Casa mi avrebbe comunque tolto le deleghe.

Ecco, quindi c'è stato un intervento della presidente...

Si ma le dimissioni le ho presentate io. 

Si è detto più volte della sua vicinanza alla minisindaca. Si aspettava una difesa nei suoi riguardi?

So che chiederà le dimissioni del consigliere Milano, ma fossi stato in lei me la sarei rifatta solo con lui, perché è la causa di quanto accaduto, lo schiaffo è stato solo una conseguenza. Non ho ammazzato nessuno. Sono cose che tra esseri umani possono accadere. 

Difficile difendere apertamente un gesto di violenza fisica...

Ci vuole solo un po' di coraggio. 

E' stato un attivista della prima ora nel Movimento. Proseguirà?

Certo, continuerò a fare il normale cittadino. Ho scritto libri sui principi cardine del Movimento quando ancora nessuno ne parlava. Me ne sono sempre occupato e lavorerò ancora per il territorio. 


 

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