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Nidi, Usb: “Il Municipio IX appalta il servizio ai privati con costi maggiori”

"Perché si sceglie di esternalizzare il servizio BimboANatale, quando a costi inferiori si potrebbero garantire condizioni di lavoro al personale precario del Comune"

La denuncia arriva dai sindacati di base: il Municipio IX avrebbe subappaltato il progetto BimboANatale a una Onlus pagando di più rispetto ai costi che servirebbero usando il personale entrato in graduatoria.

In questi giorni, come fanno sapere i Sindacati di Base, i funzionari Educativi dei nidi per il Municipio IX sono stati invitati ad esporre un modulo di adesione ad un progetto definito “BIMBOANATALE”, nel quale sostanzialmente si chiede di presentare domanda per la frequenza dei bambini durante il periodo natalizio presso il nido di Via San Domenico Savio. Il progetto è inserito nel “Tempo della non scuola”, ed è definito sperimentale perché  diverso dal servizio erogato nel corso dell’anno.

Caterina Fida, responsabile del settore per l’USB spiega: “Tuttavia il progetto ha le stesse caratteristiche del nido anche per quanto riguarda le giornate in cui è prevista la presenza dei familiari, una tecnica consolidata che rientra con molta frequenza nei progetti educativi dei nidi. La differenza, importante e sostanziale, è che questo servizio ‘sperimentale’ dovrebbe essere gestito dall’associazione Onlus “La Ciliegia”, alla quale l’amministrazione capitolina dovrà pagare 26.949,10 Euro per 10 giorni”.

“Non riusciamo a comprendere come possa essere giustificata tale spesa – sottolinea Fida  - visto che lo stesso servizio, svolto dal personale inserito nelle graduatorie per supplenze e dagli operatori del comune di Roma, non arriverebbe a costare  20.000 Euro, comprensivi di spese per il personale e la copertura degli altri costi”.

“Sappiamo invece che gran parte della somma stanziata andrà a chi gestisce l’associazione – prosegue la rappresentante USB - poiché l’Onlus dovrà sostenere i costi del personale e dei pasti. Ma i contratti applicati alle lavoratrici sono generalmente quelli delle cooperative sociali,  che portano ad una perdita salariale consistente, ed il costo di un pasto si aggira intorno ai 3 euro. Il resto delle spese rimarrebbero comunque a carico di Roma Capitale”.
 
“Perché allora si sceglie di esternalizzare il servizio, quando a costi inferiori si potrebbero garantire qualità e condizioni di lavoro dignitose al personale precario del Comune di Roma? Noi ci attiveremo per informare i genitori e per bloccare questa esternalizzazione”, conclude Fida.

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